Circa 160 anni di carcere, con pene dai 6 mesi ai 20 anni di reclusione, sono stati inflitti in abbreviato dal gup di Torino nei confronti di 18 imputati alla sbarra nel processo scaturito dall’inchiesta “Platinum Dia”, ritenuti appartenenti alla ‘ndrangheta di Platì e San Luca, accusati a vario titolo di associazione mafiosa e traffico di droga e attivi in Piemonte. Quattro gli imputati assolti.
Oltre all’esecuzioni di diverse misure cautelari, l’operazione ‘Platinum-Dia‘, scattata nel maggio dello scorso anno, ha portato a numerosi sequestri preventivi di beni costituiti da aziende cooperative ed edili, immobili, auto, conti correnti bancari e postali, corrispondenti ad un valore di molti milioni di euro. L’inchiesta ha tratto origine dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, discendente di due delle famiglie più influenti della ‘ndrangheta di Platì, ritenute egemoni in Piemonte e Lombardia, rilasciate alla Procura distrettuale di Torino a partire dall’autunno 2016.
Gianfranco Violi – 5 anni
Antonio Giorgi (classe ’86) – 8 anni
Antonio Giorgi (’90) – 8 anni
Domenico Giorgi (’63) – 17 anni
Domenico Giorgi (’82) – 11 anni e 2 mesi
Francesco Giorgi – 16 anni
Giovanni Giorgi – 20 anni
Sebastiano Giorgi – 20 anni
Giuseppe Romeo – 10 anni e 8 mesi
Stefano Sanna – 7 anni e 8 mesi
Sebastiano Signati – 8 anni
Luciano Vacca – 5 anni e 4 mesi
Domenico Napoli – 2 anni e 2 mesi
Angelo Lucarini – 4 anni
Pietro Filippo Colacicco – 3 anni e 8 mesi
Alberto Lapucci – 6 mesi
Caterina Cosenza
Salvatore Violi
Marina Carbone
Giuseppe Giorgitto