Il ministro Crosetto a San Luca per ricordare l’appuntato Tripodi

Di Vincenzo Imperitura – In Calabria ci era arrivato nel 1980, poco più che maggiorenne, direttamente dal corso sottoufficiali dei carabinieri: prima destinazione, la trincea del nucleo operativo di Bianco, punto di partenza di una carriera interrotta, meno di cinque anni dopo, da sette colpi di lupara. Carmine Tripodi, primo carabiniere vittima di un agguato premeditato per mano della ‘ndrangheta, si era arruolato giovanissimo e giovanissimo era stato catapultato dalla Campania fino a quel pezzetto di Calabria all’epoca epicentro della stagione dei sequestri.

La squadriglia di Motticella a Bruzzano Zeffirio prima – feudo di due cosche tra le più attive nei sequestri di persona e da lì a qualche anno teatro di una faida capace di 50 morti ammazzati – poi il trasferimento a San Luca e la promozione a brigadiere e, nel 1982, a comandante di stazione. Fino all’agguato del febbraio 1985, quando un gruppo di fuoco fermò la sua corsa sulla strada che porta al mare.

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