‘Ndrangheta, tornano in libertà i tre fratelli Gironda

Il Riesame di Reggio Calabria ha revocato gli arresti domiciliari per i fratelli Francesco, Giovanni e Filippo Gironda, rispettivamente di 74, 72 e 63 anni, gli imprenditori coinvolti a dicembre nell’inchiesta “Revolvo” coordinata dalla Dda. Dopo l’udienza tenuta ieri, la decisione del Tribunale della Libertà è arrivata stamattina. I giudici, in sostanza, hanno accolto il ricorso degli avvocati del gruppo imprenditoriale Gironda.

Nell’ambito dell’inchiesta, condotta dalla guardia di finanza, gli imprenditori sono indagati di associazione mafiosa. Reato che, dal gip, è stato riqualificato in concorso esterno con la ‘ndrangheta. In particolare, stando all’accusa, i tre sarebbero stati a capo di una struttura che, per la Procura «si porrebbe in diretto rapporto con diverse famiglie mafiose del territorio reggino, assicurandosi l’esecuzione di moltissime attività di edilizia pubblica, poi ridistribuite all’interno del gruppo e a ditte ‘di fiducia’ attraverso lo strumento del subappalto».

Nella stessa inchiesta sono coinvolti anche sette funzionari pubblici. Sempre secondo gli inquirenti, i Gironda avrebbero avuto rapporti con la cosca Serraino-Rosmini e rappresentavano a «tutti gli effetti il mezzo attraverso li quale porre in essere le condotte delittuose che hanno riguardato plurimi appalti pubblici indetti dal Comune di Reggio Calabria». Tesi, questa, che è stata contestata in aula dagli avvocati dei tre indagati per i quali oggi il Riesame ha revocato gli arresti domiciliari. Il motivo lo si leggerà nelle prossime settimane quando sarà depositata la sentenza.

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