Sotto accusa per non aver rimosso il dg dell’Asp di Cosenza, disposta l’archiviazione per l’ex governatore Scopelliti

«Infondatezza della notizia di reato e della impossibilità di sostenere l’accusa in giudizio». Con questa formula è stata archiviata la posizione di Giuseppe Scopelliti, in relazione al reato di abuso di ufficio rispetto a quando era presidente della Giunta regionale e commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario. A stabilirlo è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, accogliendo la richiesta del pm Chiara Bonfardini.

I fatti risalgono al 2014. Il caso era nato dalla denuncia di Vincenzo Cesareo, direttore medico dello spoke di Paola, secondo il quale, il governatore sarebbe stato responsabile della mancata attivazione della procedura di decadenza di Gianfranco Scarpelli come direttore generale dell’Asp di Cosenza per la notifica della ordinanza di interdizione dai pubblici uffici ricevuta dallo stesso il 17 febbraio 2014. In relazione a tali addebiti, a Scopelliti era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a seguito del quale, assistito dall’avvocato Aldo Labate, aveva reso interrogatorio dimostrando, anche a mezzo produzione documentale, la correttezza del proprio operato.

Prova di ciò si rinviene dalla lettura della richiesta di archiviazione nella quale il pm ha dato atto della correttezza della condotta tenuta da Scopelliti che, contrariamente a quanto sostenuto in denuncia, si attivò sottoscrivendo uno schema di delibera per la decadenza della nomina del dottore Scarpelli che, tuttavia, non fu ratificata subito dalla giunta regionale, della quale lo Scopelliti non faceva più parte a seguito della sue dimissioni. Il pm, nella sua richiesta, specifica inoltre che la condotta posta in essere da Scopelliti è risultata anche priva dell’elemento psicologico richiesto dalla norma in quanto quest’ultimo «ha comunque dato impulso alla procedura ex art. 3 bis co. 7 D.Lgs. 502/1992, rispettando il dettato normativo che prevede, al ricorrere di “gravi motivi”, la risoluzione del contratto di direttore generale con provvedimento dichiarativo di decadenza e nomina di un sostituto».

Scopelliti, in relazione a tale vicenda, era stato anche indagato dalla Procura anche per il fatto contrario a quello appena indicato. Ciò a seguito di denunce sporte sia dal citato Scarpelli che dal signor Antonino Mallamaci, i quali ritenevano illegittima la revoca operata dalla giunta regionale, in quanto non giustificata da ragioni di diritto ma attuata solo in seguito a sollecitazioni operate dallo Scopelliti per ragioni legate a logiche politiche. Anche per tale filone la Procura della Repubblica di Catanzaro ha richiesto l’archiviazione delle accuse mosse all’allora governatore.

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