Reggio, chiesto il rinvio a giudizio per Falcomatà: la sua giunta non si costituì parte civile nel processo Miramare

Si era detto «fiducioso» in uno dei suoi ultimi interventi, ma ora Giuseppe Falcomatà, sindaco sospeso per la condanna rimediata nei due gradi di giudizio del processo “Miramare”, dovrà difendersi dall’accusa di un altro abuso d’ufficio, recapitatagli a fine dicembre scorso a causa della mancata costituzione di parte civile di Palazzo San Giorgio proprio nell’affaire Miramare.

Il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e il pm Stefano Musolino hanno infatti chiesto il rinvio a giudizio proprio per abuso d’ufficio, che Falcomatà avrebbe commesso nelle sue funzioni di sindaco.

Secondo la Procura della Repubblica, l’allora sindaco avrebbe omesso «di astenersi dalla decisione inerente la costituzione o meno dell’ente comunale, quale parte civile in quel giudizio penale; tratteneva a sè la decisione, non delegando a terzi la valutazione di assumere o meno l’iniziativa; non sottoscriveva l’istanza al Gip, predisposta dagli uffici del Comune, per la nomina allo scopo di un curatore speciale; restava inerte anche in esito alla successiva analoga sollecitazione, giuntagli in vista della prima udienza dibattimentale».

Una condotta «intenzionale» secondo gli inquirenti che ha comportato un «ingiusto vantaggio patrimoniale» conseguente al mancato risarcimento del danno subito dall’ente, arrecando al Comune di Reggio Calabria anche un «danno ingiusto derivante dal mancato esercizio dei suoi diritti e facoltà processuali, nonché della mancata cura delle sue aspettative economiche».

La nuova inchiesta era scaturita da una denuncia presentata lo scorso maggio dall’avvocato Italo Palmara, presidente del movimento “Reggio Futura”. Nel corso delle indagini, il pm Musolino ha interrogato la dirigente dell’Ufficio legale Fedora Squillaci e la responsabile dello staff del sindaco Eleonora Albanese.

Nei prossimi giorni, il gup dovrebbe fissare l’udienza preliminare.

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