Il re delle evasioni Pino Scriva: «Si chiama ’ndrangheta perché l’ho detto io»

di M. S.

«Io vengo dai morti»: così Pino Scriva si presentò per la prima volta volta al giudice. Un pentito controverso la cui credibilità, nel 1994, fu certificata dai giudici della Corte d’Assise di Palmi nel maxiprocesso alla Mafia delle Tre province. 

La sua ultima deposizione – il cui audio è stato trasmesso nell’ultima puntata di Mammasantissima- risale al 2 luglio del 2018, quando al processo ’Ndrangheta stragista, a Reggio Calabria, sul patto scellerato tra Cosa nostra e le famiglie calabresi per esportare il terrorismo mafioso dalla Sicilia nel Continente, pronunciò una frase attraverso cui offriva all’aula il senso che aveva di sé: «Se si chiama ’ndrangheta è perché l’ho detto io» – disse rispondendo al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo. «Tutta la mia famiglia faceva parte della ‘ndrangheta dal 1950 che ricordo io… c’era mio zio, l’hanno ucciso mentre si faceva la barba. Mio padre mi ha messo Giuseppe per lui».

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