Operazione Propaggine, scarcerato dopo un anno di reclusione Eugenio Panuccio

Venerdì scorso, il Tribunale del riesame di Reggio Calabria (dott. A. F. Genovese, presidente), accogliendo il ricorso proposto dal difensore Avv. Salvatore Pignataro, ha annullato il provvedimento di custodia cautelare che nella prima metà del mese di maggio 2022 aveva attinto Panuccio Eugenio, incensurato di Oppido Mamertina. Panuccio era stato coinvolto nel procedimento penale denominato “Operazione Timoteo Propaggine”, con il quale la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva sottoposto a custodia cautelare presunti esponenti della cosca Alvaro-Carzo di Cosoleto.

In particolare al Panuccio veniva contestato di avere detenuto illegalmente armi comuni da sparo e da guerra e di averli offerti in vendita ai maggiorenti della presunta consorteria criminale con il fine di agevolare la ‘ndrangheta. Secondo quanto affermato dall’avvocato Pignataro, «l’ipotesi accusatoria formulata nei confronti del Panuccio iniziava a sgretolarsi sin dalle prime battute, allorquando il Tribunale del riesame di Reggio Calabria nel mese di giugno 2022 aveva escluso l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 c.p., ritenendo che l’indagato non avesse agevolato alcuna cosca mafiosa. La contestazione mossa al Panuccio subiva un ulteriore duro colpo allorquando il 20 dicembre 2022, la Sesta Sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso proposto, annullava con rinvio l’ordinanza del
Tribunale della libertà, disponendo un nuovo giudizio di Riesame.

Nella specie, la Suprema Corte di legittimità aveva demolito l’impostazione accusatoria, rilevando come l’unico elemento indiziario riportato dall’ordinanza impugnata non risulta “grave” nel senso suindicato. Ciò in quanto, si tratta di dichiarazioni di terzi, generiche e prive di riferimenti tali da collocare in modo preciso nel tempo e nello spazio la detenzione delle armi e la loro effettiva destinazione alla cessione. Esse, non risultano sufficienti, dunque, a integrare gravi indizi di colpevolezza a suo carico. Aderendo completamente ai principi di diritto fissati dalla Corte di Cassazione, il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria il 31 marzo scorso ha sancito la completa estraneità di Panuccio Eugenio da ogni reato, disponendone la liberazione dopo quasi un anno di detenzione».

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