sabato,Aprile 27 2024

Droga e armi da guerra, 30 arresti in tutta Italia: coinvolto il clan Bellocco di Rosarno

Lo stupefacente proveniva dal Sud America e dalla Spagna ed approdava in container nel porto calabrese di Gioia Tauro per arrivare in buona parte a Milano

Droga e armi da guerra, 30 arresti in tutta Italia: coinvolto il clan Bellocco di Rosarno

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza hanno portato a termine un’operazione per incastrare il gruppo di trafficanti di armi e droga con legami con la ‘ndrangheta, che per comunicare usavano telefoni criptati. I pedinamenti degli appartenenti del gruppo sono iniziati nel 2020, con intercettazioni ambientali e video. Agli indagati sono stati contestati 221 capi d’imputazione e il gip di Milano ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per 30 persone di cui 26 italiani e 4 marocchini.

Così è emersa la figura di un commerciante di auto usate di Cusano Milanino, definito il “broker”, che gestiva l’ingresso e la commercializzazione di enormi quantitativi di droga nel territorio nazionale, con la complicità di appartenenti alla ‘ndrangheta operante anche in Lombardia, famiglia Bellocco di Rosarno. La droga, venduta all’ingrosso, finiva poi sulle piazze di spaccio presenti in Quarto Oggiaro (Milano), Cinisello Balsamo (Milano) e Monza.

Lo stupefacente proveniva dal Sud America, prevalentemente dall’Ecuador e dalla Spagna ed approdava in container nel porto calabrese di Gioia Tauro per arrivare in buona parte a Milano. Parallelamente al traffico di droga, è emerso un traffico di armi da fuoco comuni e da guerra (mitragliette UZI, fucili da assalto AK47, Colt M16, pistole Glock e Beretta, bazooka e bombe a mano MK2 “ananas”) che gli indagati acquistavano da un fornitore monzese, condannato all’ergastolo per omicidio aggravato ed associazione mafiosa, ma che beneficiava di permessi premio. Parte dei guadagni del traffico di droga erano reinvestiti in orologi di lusso in una nota gioielleria del centro di Milano, in beni immobili residenziali, attività commerciali, oltre che nell’acquisto di nuovi carichi di droga.

I carabinieri hanno seguito gli indagati anche oltre frontiera, in Francia e Spagna, nelle città di Nizza, Marsiglia, Barcellona e Valencia, dove gli indagati sono andati in auto, in pieno lockdown, per gestire personalmente l’acquisto di droga da alcuni fornitori. L’inchiesta ha acquisito ancora più corpo grazie all’utilizzo, tramite un canale di collaborazione Eurojust, di chat di dialogo tra gli indagati estratte in chiaro dalla piattaforma SKY-ECC su cui operano i telefonini criptati.

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