La Ss 106 non è una statale normale: Alessandro Sulfaro è solo l’ultima vittima

Il 29enne Alessandro Sulfaro è solo l’ultima vittima. Il motociclista ha perso la vita ieri sera nel tragico impatto dal quale non ha avuto scampo.

Ogni anno, quando arriva la stagione estiva, le spiagge dell’Area Grecanica vengono prese letteralmente d’assalto. Migliaia di automobilisti e motociclisti si riversano sulle spiagge da Saline a Brancaleone, innamorati del mare caldo e dei chilometri di costa sabbiosa in larga parte incontaminata. L’unica arteria stradale per raggiungere i paesi costieri è la famigerata Statale 106.

La 106, di per sé, nel tratto da San Leo di Pellaro fino alla variante di Bova Marina – Palizzi in larga parte, per poi continuare da Spropoli a Locri nella totalità della sua percorrenza, non è assolutamente una strada capace di accogliere neanche un traffico normale, figuriamoci quello straordinario delle vacanze. Una strada pericolosissima, che segue un tracciato in molti casi vecchio di cento anni, mai dovutamente ammodernato per come dovrebbe essere quella che è una delle principali arterie stradali italiane.

Troppi incidenti, troppi morti lungo la 106. Così tanti da non permettere davvero più che continui questo silenzio assordante da parte delle istituzioni nazionali ed europee, che dovrebbero investire con forza e convinzione per la sicurezza dei cittadini. Ma mentre nei salotti della politica si parla dei miliardi per il Ponte sullo Stretto, sulle strade della provincia di Reggio Calabria si continua a morire. Ieri sera, a Riaci, frazione di Montebello Jonico a sud-est di Capo D’Armi, l’ennesimo incidente mortale: la vittima un motociclista che rientrava dal mare sulla costa grecanica.

Senza voler entrare nel merito delle cause – ancora ignote – della morte del motociclista di ieri, va assolutamente detto – per correttezza non solo morale ma civile – che troppo spesso la causa dei più terribili incidenti sulle nostre strade è dovuta ai nostri comportamenti sbagliati alla guida. Sbagli che non necessariamente compie chi resta vittima dell’incidente, anzi, molto spesso è colpa di qualcun altro.

Ieri sera sulla 106 si è creato un mix esplosivo di traffico e di comportamenti irresponsabili alla guida. A darci un’idea di tutto questo è il racconto di un motociclista che, ieri pomeriggio, qualche ora prima del terribile incidente, si stava spostando verso Reggio Calabria per una passeggiata domenicale.

«C’era un traffico che era veramente qualcosa di eccezionale – racconta il motociclista – e così mi sono messo in fila. Andavamo a passo d’uomo, e nel tratto di strada tra Capo d’Armi e Lazzaro ho avuto veramente paura. Scooter e motorini che sorpassavano a destra e sinistra schivando le altre auto che tentavano di sorpassare anche dal lato opposto. Ma la cosa più impressionante che ho notato è che la maggior parte degli automobilisti era con il cellulare in mano. Così, non appena ne ho avuto la possibilità, sono tornato indietro. Ho preferito non rischiare e rientrare a casa».

La verità come la colpa, quindi, sta sempre nel mezzo: la 106 non è una strada normale, è una strada da Gringos. Perché se ad un’arteria così notoriamente pericolosa ci aggiungiamo del nostro, facendo sorpassi azzardati o utilizzando il telefonino alla guida, vuol dire che siamo veramente degli incoscienti, perché compromettiamo non solo la nostra vita ma anche inesorabilmente quella degli altri che, magari, le regole le rispettano a dovere.

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