Bova Marina, ad un anno dal loro sequestro gli ombrelloni tornano “liberi”

Il 15 luglio dello scorso anno aveva fatto grande scalpore il sequestro avvenuto nella notte sul lungomare di Bova Marina di circa 300 tra ombrelloni, sedie a sdraio, gazebo e giochi per i bambini, ad opera della Guardia Costiera di Melito Porto Salvo. Vicenda che oggi si chiude grazie ad un’ordinanza del sindaco Saverio Zavettieri di confisca e destinazione degli stessi beni.

Su ordine delle autorità i beni sequestrati sono stati custoditi all’interno del deposito comunale sito in piazza Vespia nei pressi del lungomare, ed affidati in gratuita custodia, senza facoltà d’uso, al custode giudiziario pro-tempore individuato nella figura del responsabile dell’Ufficio tecnico.

Quei beni, dopo un anno, dovranno trovare una nuova destinazione. E si spera, almeno per ciò che si possa salvare tra le macerie, che vengano reimpiegati per scopi sociali affidandoli ad associazioni ed enti no profit.

L’ordinanza di sgombero odierna del Sindaco si è resa necessaria per ripristinare la piena disponibilità dei locali – dove era stato collocato il materiale sequestrato ad ignoti – essenziali per l’attuazione del progetto “Aspromonte in Città” finanziato dalla Metrocity con Fondi Pnrr e già in fase esecutiva. Un grande progetto di restyling della parte est del lungomare, atto a promuovere l’accoglienza e lo sviluppo turistico del comprensorio e a riqualificare, rigenerare e ri-organizzare l’arredo urbano e le aree a verde.

«Si chiude a distanza di un anno un’operazione della guardia costiera di Melito Porto Salvo a seguito di un’ordinanza sulla balneazione del sindaco che aveva suscitato clamore anche per le modalità con cui si è svolta colpendo beni mobili di ignoti bagnanti e trascurando beni fissi e più consistenti facilmente individuabili tenendo all’oscuro l’organo amministrativo come fosse compiacente e facendolo apparire responsabile di un’operazione condotta male ed in modo strumentale – afferma il sindaco Zavettieri -. Da allora, non è seguito alcunché da parte delle autorità procedenti, neppure l’istanza di convalida del sequestro amministrativo tant’è che il Comune, essendo intervenuta la necessità di avere la disponibilità dei locali interessati dal progetto di riqualificazione finanziato, si è visto costretto a chiedere tramite il proprio avvocato, che tali spazi venissero liberati dagli oggetti posti in custodia».

Si mette fine così, dopo che il soggetto che ha proceduto al sequestro ha declinato ogni e qualsivoglia responsabilità, «con una obbligata ordinanza di confisca da parte del sindaco, atto non certo frequente e di ordinaria amministrazione, una vicenda che ha suscitato tanti interrogativi, dando incarico al dirigente responsabile del Settore tecnico di eseguire un’ordinanza destinando i beni confiscati per usi istituzionali o tramite avviso pubblico per fini sociali ed i rimanenti o deteriorati con smaltimento in discarica dando comunicazione alle autorità competenti – conclude il sindaco -. Un’azione politica amministrativa mirata alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio pubblico sottratto al degrado ed indirizzato verso obiettivi di crescita civile e sociale con l’utilizzo di tutti gli spazi e delle possibili risorse del mare».

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