Fuoco uccide un uomo a Cardeto, il sindaco Arfuso: «Siamo addolorati ed esausti, mezzi di soccorso insufficienti»

«Per giorni abbiamo combattuto con il fuoco a ridosso delle abitazioni e con roghi di potenza inaudita. I mezzi di soccorso sono stati, però, assolutamente insufficienti rispetto all’entità degli incendi che hanno flagellato il nostro paese, adesso stretto attorno alla famiglia che ha anche subito la perdita di una persona cara». Queste le dichiarazioni della sindaca di Cardeto, Daniela Arfuso, con alle spalle delle giornate letteralmente di fuoco, nella gestione di un’emergenza incendi ieri degenerata anche in tragedia.

Pochi soccorsi e risorse umane allo stremo

«Qui le forze dell’ordine, vigili del fuoco e Calabria verde hanno fatto il massimo ma non erano abbastanza. Abbiamo chiesto rinforzi, anche ieri quando ci siamo resi conto che le fiamme tornavano anche dove pensavamo che l’emergenza dei giorni precedenti fosse rientrata. Ma le risposte in prefettura sono state le stesse del 2021. “I mezzi di soccorso sono tutti impegnati nei diversi roghi divampati”. Mi chiedo come sia possibile. Si raccomanda, per tutelare l’incolumità, di far operare solo il personale competente nello spegnimento dei roghi. Ma se ieri non avessero aiutato la comunità, i dipendenti comunali, i tanti volontari, oggi Cardeto piangerebbe più vittime e conterebbe danni più ingenti». Così prosegue la sindaca di Cardeto, Daniela Arfuso.

Quel fuoco ritornato con violenza

«Diego Aquilino, classe 1925, ha perso la vita tra le fiamme che hanno improvvisamente assalito la sua casa nella frazione di Garcea Cardolo, la prima ad essere evacuata già nei giorni scorsi e dove lo scorso fine settimana siamo stati per ore a spegnere i roghi con tutti i mezzi e l’acqua disponibili. Ma ieri i focolai hanno divampato repentinamente velocemente non lasciando scampo. La figlia e il genero, catapultatisi da una casa più giù nel paese, sono rimasti ustionati nel tentativo di salvare l’uomo. Siamo addolorati per la perdita del nostro concittadino. Ma non consentiremo, in questa devastazione e in questa disperazione, che si criminalizzi qualcuno tornato nella sua casa, dove il fuoco era già passato, bruciando tutto prima di essere spento. Noi possiamo alleggerire così la nostra coscienza», incalza ancora la prima cittadina di Cardeto.

«Purtroppo ieri avevamo segnalato la ripresa, con una potenza inaudita, del fuoco anche nelle zone già colpite come la frazione Garcea Cardolo. Ma i soccorsi sono stati insufficienti. Per altro quella zona è caratterizzato da case sparse e non si accede agevolmente con i mezzi via terra. Dunque solo i canadair avrebbero potuto entrare in azione. Uno solo è stato attivo dalla mattina. Gli altri, nonostante le sollecitazioni e le richieste, sono arrivati dopo. In queste zone tali sono le condizioni e sono ben note alle autorità, non da oggi».

La nuova ordinanza

«Stamane la situazione sembra tranquilla. Sembra. Siamo immersi nel fumo. Noi restiamo in allerta e cerchiamo di monitorare la situazione. A titolo precauzionale, ieri ho emesso una nuova ordinanza, con tutte le difficoltà che da giorni registriamo in termini di collegamento e di linea telefonica assenti. Ordinanza che, infatti, non ha potuto essere pubblicata sull’albo pretorio. Ho diposto l’evacuazione delle frazioni di nelle frazioni di Iiriti, Chieti, S. elia bassa, Ambele, Castanea, Loddini, Dromo e Colachecco, sussistendo “il pericolo immediato di un diretto e ulteriore coinvolgimento della cittadinanza interessata”», si legge nell’atto.

Sempre in allerta

«Già domenica avevo disposto l’attivazione del Centro Operativo Comunale Coc l’evacuazione della frazione di di Garcea, seguita il giorno dopo anche dalla frazione di Zuccaladi. Nella nuova ordinanza di ieri ho sottolineato la gravità della situazione con il decesso del signor Aquilino, il ferimento dei due parenti e con incendi che continuavano ad essere attivi e non gestibili da terra, esponendo persone e abitazioni a grave pericolo”».

Questo il contenuto del nuovo provvedimento disposto dalla sindaca di Cardeto, Daniela Arfuso. Il paese di poco più di 1300 abitanti, alle pendici dell’Aspromonte, ancora a pochi passi da una linea del fuoco che fino a ieri non ha risparmiato, terra, vegetazione, case e, purtroppo, anche persone.

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