Mini tour di Valditara nella Locride, l’appello della preside: «Ci serve personale»

di Vincenzo Imperitura – Un viaggio in tre tappe nella Locride per affermare «la presenza dello Stato» anche in questo pezzo di Calabria sempre in fondo a tutte le classifiche. Un mini tour tra San Luca, Platì e Bovalino per  toccare con mano quelle scuole «presidio di legalità» in cui operare diventa sempre più complicato, tra strutture fatiscenti e girandole di docenti a cui non si riesce a dare continuità lavorativa, e con lo spauracchio del dimensionamento che incombe dietro l’angolo.

A distanza di un paio di mesi dallo sbarco del titolare del Viminale Matteo Piantedosi (arrivato ad Africo tra l’indifferenza della popolazione per l’inaugurazione di una caserma dei carabinieri), mercoledì è stato il turno del ministro all’istruzione Giuseppe Valditara che, accogliendo la richiesta dei sindaci di San Luca, Platì e Africo (dove però il ministro non si è fatto vedere, innescando un piccolo incidente diplomatico con il primo cittadino Modafferi), è arrivato nella Locride per un tour nelle scuole del territorio.

«Non ci servono altri computer, a noi serve altro personale»: Grazia Mannariti è arrivata a San Luca 12 anni fa e della scuola di cui è vice preside conosce ogni rivolo. «Le cose sono molto cambiate negli ultimi anni – racconta la docente mentre nella stanza accanto, nella palestra tirata a lucido per l’occasione, i bambini cantano l’inno di Mameli – e sono cambiate in meglio. A differenza di tanti altri centri del reggino noi non abbiamo problemi di affluenza scolastica, anzi. Noi abbiamo il problema inverso, e ci troviamo con classi di più di 20 alunni che sono difficili da gestire. Quello che mi sento di chiedere al ministro è semplice: dateci la possibilità di occuparci al meglio di questi ragazzi, aumentate il personale in modo da potere creare classi con meno alunni, e date continuità lavorativa al personale docente per evitare che ogni anno si debba iniziare tutto da capo».

E mentre nella palestra adiacente il ministro Valditara (con spilletta di Alberto da Giussano bene in vista) richiama le origini magnogreche del territorio, la professoressa Mannariti mostra con orgoglio quanto si riesce a fare nella quotidianità di un paese al limite come San Luca.

Appesi nel corridoio che porta ai laboratori ci sono i segni di rottura col passato: «Vede quelle opere? Sono dipinte su vecchie sedie e cattedre dismesse: una volta le buttavano dalle finestre della scuola, noi le abbiamo recuperate e i nostri ragazzi hanno fatto la magia. La comunità ci rispetta, noi facciamo il massimo ma ci servono gli strumenti adatti, e per strumenti intendo nuovi collaboratori, nuovi docenti, non altri computer. Guardi – dice tra manichini del corpo umano e computer  custoditi in uno dei laboratori della scuola – qui abbiamo anche due lavagne elettroniche in più».

E sulla continuità lavorativa insiste anche Daniela Perrone, dirigente della scuola a Platì sede della seconda visita ministeriale di questa mattinata sciroccosa e caldissima di settembre. Qui a Platì, i risultati dei controversi test Invalsi hanno lasciato il segno, relegando il piccolo centro ai piedi della Montagna, all’ultimo posto nella classifica regionale.

«Qui a Platì – racconta la docente che nel proprio curriculum vanta alcune tra le scuole più difficili di Catania – ho trovato docenti e personale ata che credono nella scuola. Persone capaci ma che hanno bisogno di continuità. Questo è un paese di montagna e con i mille altri problemi che conosciamo, perché non pensare a degli incentivi per attirare docenti disposti a trasferirsi qui per lunghi periodi? I test hanno dato risultati scoraggianti è vero, ma in paese ho trovato un vivaio di bambini desiderosi di apprendere, vivaci e argutamente intelligenti. Da qui bisogna ripartire».

Quando il corteo di auto blu raggiunge Bovalino per l’ultima tappa della visita ufficiale del ministro sono da poco passate le 13. È in questa scuola, che fa parte di un unico istituto che raccoglie 1500 studenti tra la scuola dell’infanzia e il liceo, che si sono verificati i furti (due in pochi mesi in cui sono stati portati via non solo tutti i computer in dotazione agli alunni, ma anche gli strumenti del laboratorio musicale che erano stati acquistati da poco) che hanno convinto Valditara a scendere nella Locride.

«Il furto degli strumenti è stato un brutto colpo – racconta la dirigente Maria Zurzolo –da quelli eravamo ripartiti nell’estate post pandemia. Ci toccherà ricominciare. I problemi sono tanti è inutile nasconderlo, in territori come il nostro la scuola rappresenta spesso l’unica ancora di salvezza. Noi raccogliamo molti studenti dai centri interni: studenti che se non avessero la possibilità di frequentare a Bovalino probabilmente si perderebbero».

Poco dopo le 14 l’auto blu del ministro Valditara prende la strada verso Reggio, attraversando decine di paesi e micro paesi che negli ultimi anni la scuola «presidio di legalità» l’hanno persa definitivamente. Ma questa è un’altra storia.

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