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4 Novembre a Reggio, la giornata delle forze Armate e l’urgenza di difendere la pace – FOTO

Tra le vittime della generazione perduta nella Grande Guerra, anche il giovane tenente reggino Antonio Panella

4 Novembre a Reggio, la giornata delle forze Armate e l’urgenza di difendere la pace – FOTO

“Difendiamo la pace, ogni giorno”. È questo lo slogan scelto dal ministero della Difesa per celebrare la giornata delle Forze Armate e il giorno dell’Unità nazionale. Intanto la guerra non è solo storia.

Dall’Ucraina al Medio Oriente, passando per tutte le guerre dimenticate e per quelle che non arrivano a essere raccontate, questa giornata è dedicata al valore a oggi più minacciato: la pace e con essa la vita e la libertà.

«Forse, dopotutto, la cosa migliore che noi sopravvissuti potevamo fare era non dimenticare. Trasmettere ai nostri successori ciò che avevamo vissuto, nella speranza che, quando fosse arrivato il loro giorno, avrebbero avuto più potere di cambiare lo stato del mondo rispetto alla nostra generazione ormai fallita e distrutta.

Se solo la grandiosità che noi abbiamo volto alla distruzione potesse spingere loro verso la creazione, se il coraggio che abbiamo dedicato alla guerra potesse essere impiegato per cercare la pace, allora davvero il futuro potrebbe vedere la redenzione dell’uomo invece della sua ulteriore discesa nel caos». Drammaticamente attuali le parole della scrittrice pacifista britannica, Vera Brittain. La biografia di guerra “Testament of Youth” (Generazione perduta), pubblicata nel 1933, è stata la più toccante di sempre.

L’anniversario della Vittoria

Quella odierna, è la più antica commemorazione per l’Italia. Risalente al 1919, ufficializzata con regio decreto nel 1922, come anniversario della Vittoria, ricorda l’entrata in vigore dell’armistizio firmato il 3 novembre del 1918 nella villa del conte Vettor Giusti del Giardin, a Padova, fra l’Impero austro-ungarico e l’Italia. La fine della Grande Guerra combattuta via terra, dal mare e in aria, con milioni di vittime.

Il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del Milite Ignoto, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma. Un gesto fortemente simbolico per onorare, attraverso quel soldato di cui non si conosceva l’identità, il sacrificio di tutti i soldati che in ogni guerra sacrificano la loro vita per un bene che ritengono supremo: la difesa della Patria e la vita del mondo che sopravviverà.  

Nel corso dei decenni, alla commemorazione della Vittoria e dei Caduti in guerra attraverso il Milite ignoto, si sono unite anche le celebrazioni dell’Unità Nazionale (1949) e delle Forze Armate (presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi).  

Un anniversario che in questo frangente particolare invoca la Pace, pur ricordando la Vittoria ottenuta in trincea oltre un secolo fa con milioni di vite spezzate e con un’intera generazione perduta, come raccontò la scrittrice britannica Vera Brittain.

Definita la Quarta Guerra di Indipendenza, ad essa si dovette il compimento del disegno risorgimentale di Unificazione dell’Italia. Non vi fu borgata o città nello stivale che non contribuì: tutti gli italiani, di tutte le regioni, si trovarono in trincea per combattere per il loro Paese. Ma fu un’autentica carneficina per un’intera generazione che sognava di combattere per la Patria.

Il giovane tenente reggino Antonio Panella

Quasi dieci milioni di militari e quasi sette milioni di civili. Oltre venti milioni di feriti e mutilati. L’Italia fu in guerra dal 1915. Seicentocinquantamila militari italiani caddero in battaglia e circa 590 mila furono le vittime civili. Oltre un milione di vittime italiane, quindi, e oltre un milione i feriti e mutilati. Oltre ventitremila le presunte vittime calabresi. Tra loro anche il giovanissimo tenente della brigata Messina, Antonio Panella (1895 – 1917), morto a soli ventuno anni.

Figlio dell’artigiano Francesco e di Saveria Sauleo, era stato chiamato alle armi nel 1915 e iscritto nel 48º Reggimento Fanteria. Il 27 agosto del 1917, il giovane tenente andò incontro alla morte, nel tentativo di conquistare il monte Veliki Hrib durante la battaglia della Bainsizza, in Slovenia.

Le sue spoglie, conservate nel cimitero di Condera a Reggio Calabria sono state profanate nel dicembre dello scorso anno. Alla sua memoria sono intitolate a Reggio una strada e uno dei due istituti industriali. Altre vie in Italia lo ricordano e anche a Crotone e a Fano dove ebbe sede il 94º Reggimento fanteria “Messina”, dove lo stesso giovane tenente Panella aveva combattuto.

Tra i riconoscimenti, risale al 23 marzo del 1919 la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria con questa motivazione: «In tutti i combattimenti cui prese parte tenne sempre il primo posto, il più vicino di fronte al nemico.

In una asprissima azione, per tre giorni e due notti, con i suoi fanti affascinati dal suo fulgido valore contese con mirabile tenacia, palmo a palmo, un tratto di trincea nemica, su cui riuscì ad affermarsi ed a mantenersi solidamente, nonostante le alterne vicende dei combattimenti che si svolgevano ai suoi fianchi, anche quando venne a trovarsi, con pochi uomini rimastigli, isolato dal resto del battaglione.

Quasi privo di munizioni, di viveri, di acqua, fu sereno, fortissimo, fiducioso sempre. Cadde gridando ancora “Avanti!” ai pochi superstiti. Costoro, così incitati, respinsero vittoriosamente un violento nuovo contrattacco avversario e resistettero ancora da soli per parecchie ore».

Le brigate in Calabria

La Fanteria rappresentò l’Arma con il maggior numero di componenti per i compiti strategici dalla stessa assolti nei lunghi periodi in trincea.

Il sito Calabria in Armi riferisce che in «Calabria erano presenti alcuni reparti di esercito permanente e più precisamente il 19° reggimento fanteria “Brescia” a Cosenza, il 20° “Brescia” a Reggio (col comando di brigata a Catanzaro) ed il 48° “Ferrara” a Catanzaro.

Da questi reparti si formarono quindi nuove unità di milizia mobile che operarono in prima linea: dal deposito di Catanzaro si formarono il 96° reggimento “Udine”, il 141° “Catanzaro” e 221° “Jonio”; dal deposito di Cosenza il 142° “Catanzaro” e 243° “Cosenza”; dal deposito di Reggio il 246° reggimento “Siracusa”».

La Memoria in mezzo alle persone

Una riproduzione del proclama della Vittoria del 4 novembre 1918, a firma del capo di Stato Maggiore del Regio Esercito, Armando Diaz si trova nello spazio espositivo che l’università Mediterranea di Reggio Calabria ha allestito sul corso Garibaldi, all’altezza di piazza Italia per promuovere la sua offerta formativa. Fino a domani lo ha messo a disposizione della Guardia Costiera per commemorare il 4 novembre.

Su un monitor, scorrono le immagini dell’istituto Luce che raccontano la deposizione delle spoglie del milite Ignoto sull’altare della Patria a Roma nel 1921. Esposti un modello di nave da guerra e cimeli militari.

Su un lato anche un manifesto su cui è rappresentato l’Onore reso dall’Italia avvolta nel Tricolore al Milite Ignoto, simbolo dell’intero popolo per difendere il quale ogni militare va incontro alla morte.

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