venerdì,Aprile 26 2024

Arte, la luce è la speranza nelle opere di Tina Sgrò, da oggi a Firenze nella personale “Racconti d’interno”

La pittrice reggina: «Sono ambienti che trascendono quello che vedo. Non c’è presenza umana nelle mie tele perché è così che mi sento, nella solitudine dell’introspezione»

Arte, la luce è la speranza nelle opere di Tina Sgrò, da oggi a Firenze nella personale “Racconti d’interno”

Stanze che diventano un punto fermo, con la loro architettura delineata dalle pennellate una quotidianità rassicurante. L’arte può diventare il tassello da cui ripartire e da cui ricominciare a muoversi passo dopo passo. E anche nel periodo della pandemia per l’artista reggina Tina Sgrò la pittura è stata fedele compagna di riflessione di viaggio. Spunti che diventano opere e una nuova personale dal titolo “Racconti d’interno” che sarà inaugurata oggi pomeriggio alle 18 alla Crumb Gallery di Firenze. «La mia pittura non si arrende davanti alle difficoltà – spiega l’artista – e la presenza della luce che entra negli ambienti che dipingo rappresenta la speranza che ci accompagna».

Oltre ai tanti riconoscimenti ottenuti lontano dalla sua città natale, adesso anche la personale. «Questa mostra – racconta la pittrice – nasce da un incontro con due titolari della galleria, lo scorso anno al museo Marino Marini per la collettiva Ex voto. Abbiamo deciso di intraprendere un cammino insieme e dopo un anno, tra varie vicissitudini, ecco ci siamo.   Sono opere alcune piccole create appositamente per la mostra. Un range variegato: dal piccolo formato al grande, con il filo conduttore dell’intimismo realista che  sottolinea una poesia del quotidiano, che va oltre l’apparente insignificanza degli oggetti che formano il nostro vivere».

Addentrandoci nelle opere ecco che si fanno largo scene di interni, stanze vuote dove gli oggetti immobili, lampade, poltrone, sedie, tavoli, tende, teiere, vasi, fiori, restano impregnati della presenza umana che in questi luoghi ha vissuto, forse ha soggiornato brevemente e che ha abbandonato. «Mi rifugio nel passato, forse. Nel sogno, magari. Sono ambienti che trascendono quello che vedo. Non c’è presenza umana nelle mie tele perché è così che mi sento, nella solitudine dell’introspezione, nella malinconia di tutto ciò che avrebbe potuto essere e non è stato: il mio pennello, i miei colori, i miei movimenti diventano per me il baricentro della contraddizione dell’esistere, che proprio mentre è, già non è più. Cerco di fermarlo questo non essere più, di placcarlo, di dargli una forma, una sostanza».

E com’è stato per l’artista vivere i mesi di lockdown? «I mesi di pandemia – evidenzia -sono stati di grandissima riflessione, di lavoro interrogandomi e confrontandomi con altri artisti le attività sono continuate, ci siamo potuti muovere anche se solo online. A livello personale un momento di grande stravolgimento emozionale, umorale e sentimentale. Dall’altro c’è stata la ricerca spasmodica di quel coraggio che comunque un’artista ricerca sempre anche nella sua quotidianità più scontata. Dobbiamo cercare ogni giorno coraggio e speranza, senza l’angoscia che ci vogliono inculcare».

La mostra sarà visitabile fino al 15 gennaio, nella galleria fiorentina è stata fondata nel 2019 e nasce come spazio esclusivo per artiste donne. L’esposizione è accompagnata da un catalogo, a cura di Rory Cappelli, edizioni CRUMB Gallery, collana Nolines. Per i giorni successivi al giovedì 10 dicembre per visitare la mostra è consigliato prenotare al numero 347 3681894.

top