venerdì,Aprile 26 2024

Alla Biennale di Venezia le “Comunità resilienti”, De Masi: «Con la Nava ed il team abbiamo perseguito un sogno»

L’imprenditore: «La partecipazione alla Biennale di Venezia con comunità resilienti grazie alla volontà della Nava di scegliere la nostra ricerca sulle altre»

Alla Biennale di Venezia le “Comunità resilienti”, De Masi: «Con la Nava ed il team abbiamo perseguito un sogno»

Riceviamo e pubblichiamo:

«Da qualche giorno è pubblica la bellissima notizia dell’invito della prof.ssa Nava della Mediterranea alla Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia e della sua scelta di voler rispondere a questo evento internazionale di altissimo livello, anche rappresentando l’esperienza svolta con me e le mie officine di Gioia Tauro, sulla ricerca “S2Home”. Un progetto nato da una collaborazione avviata nel 2017, nel profondo sud affidato alla ricercatrice, con cui ho avuto la possibilità di perseguire un sogno, insieme ad un team di ricercatori che ho avuto modo di conoscere personalmente in questi anni.  Aprirsi alle migliori collaborazioni con le Università e gli Enti di competenza italiana ha fatto di questa ricerca in tre anni di lavoro, una significativa proposta nel settore della progettazione avanzata e dei modelli più sostenibili aperti all’abitare del futuro.

Il “riscatto della nostra terra, del sud e del Mezzogiorno” passa dal dare risposta ai sogni, ai progetti, al futuro di chi investe in cultura, scienza, ricerca e imprenditoria sana.

Le università, soprattutto quelle calabresi, hanno un ruolo fondamentale e direi responsabile ancora di più, per il fatto di essere presidio sociale per uno sviluppo economico e ambientale dei nostri territori. Ho avuto modo di ricordarlo lo scorso 23 dicembre alla “Giornata della Trasparenza 2020” alla quale sono stato invitato proprio dall’Univ. Mediterranea di Reggio Calabria e durante la quale ho avuto occasione di rilevare come le politiche industriali e la competitività di territori, soprattutto quelli in ritardo di sviluppo come quello calabrese, dipendano dalla capacità delle imprese e delle università stesse di colloquiare e di generare investimenti, sia economici che di conoscenze.

È la dimostrazione di quanto sia necessario che le Università, quali centri di trasferimento del sapere nel campo dell’innovazione e delle tecnologie, prendano “per mano” le imprese sane del territorio e insieme investano nella formazione di giovani professionisti del futuro e nella ricerca e sviluppo. Se vogliamo essere “motori di cambiamento”, ognuno deve fare la sua parte, sapendo riconoscere le vere eccellenze, promuovendole e puntando a risultati che producono lavoro e innovazione, ma che sono riconosciuti a livello nazionale e internazionale e che nascono proprio dalla nostra Calabria.

Arrivare a presentare questo progetto in un contesto internazionale così importante è un momento di orgoglio unico, che sento di poter condividere con la prof.ssa Nava, per il riconoscimento avuto per i suoi studi e sperimentazioni e con tutta la Mediterranea, il dipartimento di Architettura e Territorio con cui ho siglato una convenzione per le attività di ingegnerizzazione, quindi con tutto il team tecnico e con i giovani professionisti e innovatori di PMopenlab.

Sono fermamente convinto che i modi con cui la prof.ssa Nava, riesce a condividere i propri progetti e ricerche, selezionando competenze del territorio ma anche in ambito nazionale e internazionale e il trasferimento che lei stessa opera con le nuove generazioni, sono un modello da perseguire per rendere il nostro tessuto culturale, sociale e imprenditoriale davvero competitivo. Non abbiamo altra scelta. Adesso ci attende la Biennale di Venezia e io e le mie officine siamo già a lavoro per fare la nostra parte in questa altra straordinaria sfida».

Antonio De Masi

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