“Intrecci sonori”, nel disco di Santagati la ricerca delle tracce di un ecosistema acustico

Valentino Santagati va alla ricerca delle tracce di un ecosistema acustico, con le sue registrazioni, effettuate tra le fiumare Agrifà e Amendolea, in provincia di Reggio Calabria. Lo spettatore così viene catapultato in un tessuto compatto e armonioso di voci umane tra suoni naturali e musicali, che la bulimica civiltà delle macchine tende a stanare e fagocitare nei recessi più remoti.

A notarsi è l’interazione profonda che si dà tra i versi degli animali, la musica degli elementi naturali, la ricerca da parte degli uomini di particolari sonorità vocali e le scelte timbriche che guidano la costruzione e l’accordatura di strumenti come la zampogna e il doppio flauto di canna.

Da Intrecci sonori, questo il titolo del CD pubblicato dalla casa editrice Squilibri, viene fuori la testimonianza di un paesaggio sonoro di cui oggi si possono ascoltare solo qua e là alcuni brandelli, ormai circondati dall’ipertrofia di strade asfaltate e bombardati da motoseghe, trattori, decespugliatori e altre amenità che stanno rendendo gli ambienti rurali simili ai desolanti inferni industriali: testimonianza indispensabile per chi intenda accostarsi in maniera pertinente alla cultura musicale di tradizione orale dell’estremo meridione peninsulare e per chi abbia voglia, mettendo a confronto tanta bellezza con l’attuale triste realtà, di aprire le orecchie su un aspetto non secondario del degrado in cui ci dibattiamo.

La percezione e la costruzione del paesaggio sonoro nei contesti rurali calabresi di qualche decennio addietro si manifestavano come tratti culturali cruciali per la comprensione dei rapporti tra la popolazione e l’ambiente di insediamento, tra l’umanità delle campagne sorretta da una concezione panica della natura e le molteplici entità sacrali pervenute al Novecento contadino-pastorale dall’antica religiosità agraria attraverso secoli di sincretismi e contatti quasi sempre tormentati con le istituzioni cattoliche.

Alcuni pastori che si sentono cantare e suonare all’interno del CD hanno per tutta la vita dialogato intensamente con un pantheon di forze naturali (sole, spiriti delle acque o delle capre) e con le anime dei morti, se le sono ingraziate elevando l’armonia musicale del mondo al fine di favorire, nella catena degli anni di un tempo reversibile, la riproduzione della vita, la fertilità della terra, la fecondità degli animali e delle donne. Specularmente le male bestie di un universo demoniaco, ugualmente in azione nell’affollata dimensione soprannaturale campagnola, si tenevano lontane con la plasmazione acustica degli itinerari quotidiani.

Con le esecuzioni musicali di Sebastiano Condemi, Saverio Toscano, Domenica Cozzucoli, Pietro Romeo, Giuseppe Romano, Totò Caracciolo, Paolo Nucera, Pasquale Raffa, Giuseppe Furfaro, Giuseppe e Pasquale Scaramozzino e Nazareno Pisani, Intrecci risuona come una sorta di promemoria orale-aurale per una società umana, già esistita e ancora possibile.

Disco dedicato a Domenica Cozzucoli, per tutti a Marina di San Lorenzo nota come Mica o Michina, venuta a mancare mentre il cd era in fase di realizzazione.

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