Fotografia, in mostra al Castello le immagini di Lynn Johnson sulle lingue che si perdono

Le immagini che restano, che riescono a fermare impronte di civiltà, di luoghi che si perdono ogni giorno nella memoria. È una perdita vera e propria emorragia di linguaggi che spariscono. A raccontare le storie di questi popoli dall’Asia all’America occidentale ci pensa la grande mostra al castello Aragonese di Reggio Calabria, prodotta da Bluocean, dal titolo “Vanishing Languages. Linguaggi che svaniscono” di Lynn Johnson fotografa di National Geographic.

Tradizioni che si tramandano, stati d’animo scolpiti a colori in uno scatto, ma essenziali tra il desiderio di conoscenza e la malinconia del pensiero di quanto andrà perduto. Come nel caso non solo della lingua ma anche delle tradizioni dei nativi americani.  «A Lynn National ha dedicato una monografia – chiarisce Francesco Scarpino che di Bluocean è il presidente e che ha curato la mostra – ed è un grande privilegio, ma che è soprattutto il riconoscimento di una grande cultura. National geografic, del quale ci onoriamo di essere parte, sia per l’alta formazione fotogiornalistica che la produzione di queste mostre, ci regala questi spunti attraverso lavori mirati».

Per questo il lavoro ha una grande valenza dal punto di vista della memoria: «Si tratta di racconti di popoli – aggiunge Scarpino – che vedranno estinguere la loro cultura, i saperi e la lingua parlata; oltre 770 lingue spariranno e questa sarà una grande perdita, un grande patrimonio culturale che svanirà. Per questo motivo si tratta di un importante lavoro documentaristico e archivistico che resterà, a parte la sua bellezza, a tutela della memoria».

E la formazione che anche sabato si è svolta a Reggio grazie alla presenza del fotografo Mario Spada che ha evidenziato come Lynn Johnson sia una delle «artiste più importanti del panorama internazionale. I suoi lavori sono un qualcosa da ammirare e riportano l’attenzione anche al cambiamento subito dalla fotografia nel corso dei decenni. Non si fotografa più per approfondire, ma per intrattenere e questo ha effetti sul gusto e sul pensiero della gente con tutte le conseguenze del caso».

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