mercoledì,Maggio 1 2024

«La Calabria non va posseduta come fosse una proprietà privata ma va condivisa»

Il contributo di Alba Miriello, del dipartimento di filosofia dell'università College di Londra: «Dalla lettura dei classici, un sentimento di cura per la Calabria può germogliare nel cuore delle genti»

«La Calabria non va posseduta come fosse una proprietà privata ma va condivisa»

Riceviamo e pubblichiamo:

L’educazione prevalente oggi sembra essere un’ educazione che io definisco “educazione in immagini”. Si pensi al mondo bidimensionale rappresentato negli schermi dei telefoni. Se però si affiancano alle immagini prive di senso e contenuto, immagini di virtù, coraggio, e cultura gli sguardi umani potrebbero preferire queste ultime alle prime. La cultura è un ornamento nella buona sorte e rifugio nella cattiva, Aristotle insegna. La cultura classica che pervade la Calabria può essere tutto ciò per le sue genti.

Pensatori come Platone e Aristotele, influenzati profondamente dalla Magna Graecia Calabra, possono offrire modelli da imitare e essere immagini positive verso cui indirizzare lo sguardo.  Il Timeo – o Περί φύσεως (Perì physeos) per esempio è un dialogo platonico della tarda maturità, dedicato in particolare al tema della natura e alla cosmologia: qui l’autore illustra la generazione del cosmo. I personaggi del dialogo sono Socrate, Timeo di Locri, Crizia ed Ermocrate. Nella prima parte del dialogo Socrate dice a Crizia:

“Caro Crizia, prendi Timeo qui presente [formula greca riadattata dai Padri della Chiesa e tuttora in vigore per il rito del matrimonio cattolico], lui e’ di Locri [Lokroi Epizephyroi], una citta’ italiana che e’ governata da leggi eccellenti. E lui stesso si occupa del buon governo della sua citta’, amandola e volendo il meglio per lei”(Tim. 32c ff)”.

Qui, Platone immortala aspetti della Magna Graecia in Calabria. Il Timeo Platonico, terzo secolo A.C., è a) un filosofo naturalista ante-litteram, seguiranno i calabresi Bernardino Telesio e Tommaso Campanella; b) il primo filosofo che ha sistematizzato il distinguo tra essere (einai) e non-essere o apparire (dokein) pace Shakespeare, c) il primo sostenitore della tesi secondo cui la razionalità individuale non può essere l’unico metro di misura su cui fare leggi e organizzare una società civile, pace Kant. La querelle riguardo l’effettiva esistenza del personaggio non è il fulcro del presente contributo. Le sue idee sono importanti.

Il Timeo di Platone ci invita a riflettere sul rapporto di parità tra il legislatore e i suoi cittadini, sulla bellezza delle leggi, e sulla cura di Timeo per la sua città. Le leggi, leggiamo nel dialogo, sono eccellenti perche’ promuovono le arti e le scienze, gli scambi, e non sono basate su opinioni ma su conoscenza e virtu’. Le opinioni infatti sono a meta’ tra conoscenza e ignoranza, non sufficienti per fondare alcuna identità civile. La legislazione in Calabria, di cui fa menzione Platone, sembra essere quella di Caronda durante il suo esilio, per le sue affinità con le leggi di Catania. Platone scrive:  il merito di aver agito da buon legislatore e fatto l’utile dei suoi cittadini. Italia e Sicilia lo riconoscono a Caronda e noi a Solone (Platone, La Repubblica, X, 599). Aristotele concorda con Platone nel secondo libro della Politica (Aristotele, Politica, II, 1274 a).

Ma perchè guardare alla Locri del V secolo A.C o alla Calabria cantata da Platone e Aristotle nel 2021? Nel 2021, l’umanita è progredita tecnologicamente ma a livello morale individualismo, competizione, vizi sembrano prevalere. Il progresso tecnologico ci ha condotto a vivere in una realtà sempre più virtuale dove il confine tra ciò che è (einai) e ciò che appare (dokein) è sottile, fragile, così labile. Un filo conduttore delle opere aristoteliche e platoniche è che nessun essere umano, non importa la sua appartenenza, la sua storia, o le sue abilità  desidera ciò che appare buono ma non lo è davvero.  Tutti desideriamo essere davvero felici e non siamo appagati nel sembrare felici. E se un’analogia è presente tra individuo e città, una città desidera essere davvero felice e prospera. L’immagine che il Timeo Platonico ci offre è quella di un cittadino libero, innamorato della propria città, curante di essa come fosse un’ amica, una figlia, una madre.

E dalla lettura dei classici, un sentimento di cura per la Calabria può germogliare nel cuore delle genti. Se ciò avviene, seguiranno gesti di attenzione e amore. Per tenere alla Calabria e avere cura di Lei, bisogna conoscere che la Calabria è una terra di cultura, prima di tutto greca. Leggere i classici, soprattutto i passaggi che raccontano la grandezza della nostra regione non solo in quel posto magico che è il Liceo Classico Tommaso Campanella, ma nelle case e nelle periferie.

Pensando a Reggio Calabria, gioielli come il fiume Apsias il cui letto va adornato e valorizzato (Calopinace), il Museo Archeologico della Magna Graecia con l’unico esempio della Testa del Filosofo del V secolo, la stele ad Ibico sulla Via Marina, la frase greca sulla facciata della Cattedrale “circumnavigando arrivammo a Reggio” possono essere oggetto del nostro sguardo, interesse, e cura. Non bisogna inventare nulla da zero, non bisogna spendere più soldi ma curare e guardare ciò che già c’è. E che la cura non vada confusa con il possesso. La Calabria non va posseduta come fosse una proprietà privata ma va condivisa con i suoi cittadini e con il mondo perchè l’avarizia cognitiva non le è mai appartenuta.

Alba Miriello, MPhil. Stud. Philosophy Department University College London

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