Libri, alla scoperta dei tesori del Polo culturale “Mattia Preti”

Non tutti sanno che palazzo Campanella, a Reggio Calabria, custodisce preziosi tesori: da libri antichi fino all’emeroteca e all’archivio multimediale con le particolarità delle minoranze linguistiche per non perderne la memoria.

Il polo culturale “Mattia Preti” nasce come biblioteca del consiglio regionale poiché il Codice dei beni culturali definisce beni culturali tutte le raccolte librarie e gli archivi degli enti territoriali pubblici.  Nel 2013 si decide di aprire questo luogo alla collettività e renderlo fruibile per garantire i diritti all’informazione e al sapere, oltre che per far conoscere la storia dell’ente regionale. Nel 2014 viene intitolato a “Mattia Preti”. Vien logico chiedersi perché intitolare a un pittore un luogo sacro per i libri, la risposta è che proprio nel 2013 ricorrevano i 400 anni dalla nascita di Preti, una intitolazione quindi sempre in chiave di valorizzazione del nostro patrimonio culturale.

Serena Sgrò

Serena Sgrò, funzionario Polo Culturale “Mattia Preti”, ci racconta la storia di questo tesoro che custodisce altri tesori: «Il patrimonio culturale si compone di tre fondi: quello più rappresentativo è quello documentale, che contiene appunto la documentazione dell’ente. Fiore all’occhiello sono i resoconti consiliari che dallo scorso anno sono esposti nella sala lettura del polo e testimoniano sia la vita dell’assemblea legislativa, sia i temi più centrali per la politica della Regione. Poi abbiamo il fondo biblioteca con circa 41 mila volumi e diverse banche dati e piattaforme digitali, soprattutto in ambito giuridico e politologico e copre tutte le discipline. In ultimo abbiamo il fondo emeroteca, costituito dal 1971 e conta circa 100 testate giornalistiche

Il patrimonio librario del Polo si divide in diverse sezioni, riteniamo che quelle che possano essere più originali e di importanza per lo stesso polo sono le sezioni sulle minoranze linguistiche territoriali calabresi e la sezioni sui libri antichi. La prima si compone di tutto il materiale rinvenibile presso i tre fondi ma ha una peculiarità: contiene un archivio digitale, formato da oltre duecento file che sono stati resi consultabili da un videomaker locale e che costituiscono una preziosa testimonianza per difendere le lingue minoritarie territoriali dall’oblio.

Il polo culturale a palazzo Campanella

 La sezione sui libri antichi consta di circa 14 volumi, così definiti perchè stampati prima del 1830, data convenzionale per la produzione industriale libraria e la produzione precedente che era artigianale e che dunque dà valore all’esemplare dal punto di vista storico- storiografico.

I libri più antichi sono tre seicentine che hanno anche un particolare valore culturale identitario, due sono delle storiografie sulla Calabria, “Croniche et antichità della Calabria” è una ricognizione storiografica della Calabria del Seicento, scritta da Girolamo Marafioti che volle correggere un testo pregresso del 1500 scritto da un alto prelato latino, il Barrio, nelle sue correzioni, oltre che redigerlo in vulgata, nell’italiano di quei tempi, ci ha consegnato un testo miliare della storia calabrese.

L’altro testo è di don Carlo Calà che parla della conquista degli svevi nel Regno delle Due Sicilie. Di particolare Il trattato astrologico di Tommaso Campanella che gli valse gli apprezzamenti per le sue teorie scientifiche riportate dal papa Urbano VIII; è un esemplare molto raro, terza impressione della prima edizione, fu stampato a Francoforte nel 1630».

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google