Loccisano emoziona Gianna Nannini con le corde della sua chitarra battente

Sul palco insieme a Gianna Nannini al Roccella Summer Festival c’era anche Francesco Loccisano e la sua chitarra battente. Un’emozione viva sulla pelle, vibrazioni in musica che il pubblico ha gradito. Un ritorno in musica di due amici, la rockstar e il musicista calabrese che, nel futuro prossimo, potrebbero riservare nuove sorprese, legate proprio alla chitarra battente. Loccisano vanta collaborazioni con Vinicio Capossela, con Antonio Infantino, con Luigi Cinque, con Eugenio Bennato ha suonato per cinque lunghi anni.

Un’amicizia, invece, quella con Gianna Nannini. nata anni fa: «Lei mi ha contattato – racconta Loccisano al Reggino – voleva sapere di più su questo strumento. È stato il primo passo e da lì abbiamo iniziato a sentirci, mi mandava qualcosa e si è creato un rapporto di fiducia, di stima e di amicizia. Quando è tornata qui mi ha chiesto: “Vogliamo duettare nuovamente?”.

In realtà è stato un po’ il covid e tutto ciò che ne è seguito a frenarci, avremmo persino registrato delle cose insieme. Poi non è successo, ma questa occasione ha aperto nuovamente questa possibilità. Dal suo sound che è il pop italiano Gianna in questo momento mi ha spiegato di essere alla ricerca di novità. Mentre discutevamo ha cena ha confessato di essere molto vicina alla musica inglese, tuttavia “ogni nota della chitarra battente – ha a aggiunto – mi colpisce dentro. Per questo vorrei fare qualcosa insieme a te”. È l’inizio di una nuova collaborazione per me e lei».

Che emozione si prova in quel momento a fare musica?

«Il concerto di Roccella è stato travolgente perché ha avuto la possibilità di sentire la chitarra battente più nuda, vera, cruda. In un concerto per pianoforte e voce c’era molto spazio per la chitarra. La sua voce roca sulla brillantezza della chitarra battente è stata uno sposalizio. Con un entusiasmo da bambini».

Il ritorno sul palco dopo la chiusura com’è stato?

«Noi viviamo di energia, siamo stati in questi mesi come una macchina ferma senza benzina. Sono venuti a mancare gli incontri dal punto di vista umano. Noi musicisti prendiamo linfa dalle persone, al di là dei concerti. Ho fatto un mese di luglio speciale tra la Spagna, la Puglia, l’alta Calabria, ho girato tantissimo e adesso riprendere è un po’ traumatizzante. Con Gianna prima di salire sul palco mi tremavano le gambe nel vedere tutte quelle persone fa sì che ti arriva una palla di energia così grande che va presa con le mani e sostenerla e, a quel punto diventa forza».

Della chitarra battente cosa ci può dire?

«La chitarra battente si è dovuta prima riscattare, perché veniva considerata come uno strumento un po’ anche becero. Ma ora sta diventando uno degli strumenti più contemporanei che dà la possibilità di raccontare un grande futuro». Un sogno coronato da una classe al conservatorio conservatorio Tchaikovsky di Catanzaro, all’interno del dipartimento di strumenti tradizionali (ci sono organetto, zampogna, canto popolare e così via).

«Ho una cattedra e finalmente si può prendere una laurea in chitarra battente. È una branca che sta funzionando molto bene perché non abbiamo solo allievi calabresi, ma vengono dalla Puglia, dal Molise, dall’Emilia e dal Veneto. È la chitarra del futuro perché, come dice Gianna “Si torna indietro per fare altri mille passi in avanti».

Peccato, aggiungiamo noi, che i passi in avanti non si possano fare anche al conservatorio reggino “Francesco Cilea” dove, siamo sicuri, la chitarra battente porterebbe entusiasmo e tanta voglia  di imparare e potrebbe avere uno strepitoso successo.

Sul palco anche Daniel Cundari, con una incursione poetica sul repentismo, incastonata nella canzone “Ragazzo dell’Europa”.

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