Dalla Mediterranea alla Giordania a discutere di Intelligenza artificiale e diritti umani

Riceviamo e pubblichiamo:

Venti d’Oriente soffiano sulle cime del “Mediterranea International Centre for Human Rights Research” (MICHR), rinomato Centro di Ricerca dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (www.michr.unirc.it). Dal 6 al 10 Dicembre, infatti, una delegazione di ricercatori guidata dal Prof. Angelo Viglianisi Ferraro, accompagnato dagli assistant researchers polacchi Dominik Guzy e Maciej Pater, ha raggiunto la Giordania per una importante missione formativa dai connotati internazionali.

Il 7 Dicembre, presso la rinomata Facoltà di Giurisprudenza dell’Università della Giordania, il docente reggino ha svolto una lezione di Dottorato e di Master dal titolo “Artificial intelligence and right to privacy in the pandemic crisis”. Con l’occasione è stato anche presentata la seconda edizione del Post Dottorato in “New Technologies and Law” che ha attratto nella sua seconda edizione ben 88 dottori di ricerca di 23 nazionalità.

La University of Jordan è la più antica e prestigiosa istituzione del Paese, annoverando nella sua composizione ben 20 facoltà ed oltre 95 dipartimenti. Fonda le sue radici ad Amman, capitale della Giordania, luogo in cui arte, storia e religione si abbracciano in un unicum culturale che conduce direttamente alle fasi primordiali dell’evoluzione dell’uomo sulla terra.

L’incontro formativo, particolarmente apprezzato ha visto la presenza del Preside della Facoltà di Diritto, Prof. Dr. Kamal Alaween, e della Vicepreside per i rapporti internazionali, Prof. Dr. Ghofran Hilal, e ha gettato le basi per una futura e continua collaborazione tra le parti coinvolte. In un mondo ancora sconvolto dalla crisi pandemica, si è discusso dell’importanza delle nuove tecnologie e dell’apporto che le stesse hanno dato e possono dare, in chiave risolutiva, non solo a questa ma anche ad eventuali future pandemie.

Le ultime evidenze scientifiche hanno infatti dimostrato che una società iper-globalizzata come quella attuale non può permettersi una velocità multilivello dove Paesi più ricchi lasciano indietro quelli più poveri, se non si vuole essere tutti risucchiati nello stesso vortice. Da qui l’importanza di creare reti e progetti internazionali la cui ghiandola pineale è costituita dal progresso generato dalle varie forme di intelligenza artificiale.

Ruolo fondamentale in tal senso è stato svolto dal Re Abd Allāh II ibn al-Ḥusayn di Giordania che ha fronteggiato la delicata fase pandemica elargendo ingenti aiuti alla popolazione e stretto partnership internazionali strategiche, come quella definita “Nuovo Levante” tra Giordania, Iraq ed Egitto. La Giordania, perla del Vicino Oriente, attrae visitatori provenienti da tutto il mondo che partendo dalla capitale Amman e costeggiando le rive del fiume Giordano prima e del Mar Morto poi, si recano al sito archeologico di Petra. E’ qui infatti che inebriati dagli odori delle spezie dei bazar e percorsa la gola del Siq, si giunge alla maestosità del El Khasneh al Faroun, “il Tesoro del Faraone”, un monumento di rara bellezza incastonato nella roccia risalente al I secolo a.C. ed oggi considerato una delle sette meraviglie del mondo moderno. Forte del suo patrimonio la Giordania si candida come culla culturale del Medio Oriente.

Salvatore Ruggiero, collaboratore del MICHR

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