Libri, “Prenderò il dolore tra le braccia”: il volume inedito di Antonio Calabrò

“Prenderò il dolore tra le braccia” è l’ultimo libro di Antonio Calabrò, edito da Laruffa. La presentazione ieri pomeriggio ,nei locali del Lab4.9 sito in Via del Torrione 47 a Reggio.

Antonio Calabrò, scrittore reggino, ha precedentemente pubblicato i libri: “L’Inferno Innamorato”, “Johnny Rolling”, “Un libro ci salverà”, “Reggio è un Blues”, “Chiudi e Vai” e “Carneade”; collaboratore del giornale on-line Zoomsud.it dal 2010, per il quale ha scritto oltre 400 tra storie, recensioni e interventi; speaker radiofonico appassionato di Rock conduce da cinque anni “L’Arcidiavolo” programma di successo di Radio Touring 104; presidente dell’Associazione Culturale l’Amaca per la quale ha scritto trentasei spettacoli teatrali, musicali, umoristici e divulgativi con testi originali o di riduzione dalla letteratura.

Il nuovo libro appartiene alla corrente del realismo magico, in cui si incontrano il mondo che si vede con quello che non si vede. Tra quei mondi ci siamo noi.

La realtà quotidiana, la fatica del vivere dell’uomo del ventunesimo secolo, con i suoi affanni, i suoi crucci, i rimpianti, l’ansia per non naufragare, a volte la disperazione. E poi le miserie, il lavoro disumanizzante, l’amore plastificato, i rapporti umani, le meschinerie. E su tutto l’ombra tetra dell’insoddisfazione e del senso amaro di inutilità della vita.

La morte di persone care, le malattie e i guai immutabili dell’esistenza e il sentimento di totale solitudine, di notte buia epocale e senza fine.  Il dolore come denominatore della coscienza. Il dolore che è non sofferenza destinata a passare. Il dolore come consapevolezza della nostra limitatezza e allo stesso tempo della nostra aspirazione all’infinito.

La fuga, andarsene a funghi dentro un bosco, non pensare, non scegliere, non decidere, attendere eventi favorevoli, smarrirsi, perdere la via. “Che la diritta via era smarrita.”

Il mondo che non si vede visitato in un viaggio (forse) onirico, con una guida disincantata, sarcastica, ma ancora sognatrice, ti porta a comprendere la necessità del dolore nella grande fatica della vita. Tra stupore, ironia e sogno, un viaggio e una “commedia” per far pace con il mondo, accettandolo e accettandosi.

Nell’anno Dantesco, un originale modo per affrontare il senso della vita e della morte. Prendere il dolore tra le braccia, e trasformarlo in altro.

L’incontro è stato moderato da Daniela Mazzeo, con gli interventi degli scrittori Valeria Siclari e Damiano Sofo, dell’editore Roberto Laruffa, dei musicisti Alessandra Vadalà, Salvatore Annaloro e Walter Brancatisano e con le letture a cura di Anna Rita Fadda.

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