venerdì,Aprile 26 2024

Bronzi di Riace, Castrizio: «Festeggeremo i 50 anni. Li porteremo in tutto il mondo. Basta con eruditi e dilettanti»

Il docente e studioso delle due statue non risparmia critiche: «Al museo manca un comitato scientifico. Sala bronzi troppo buia, tiriamo dai magazzini i tesori che abbiamo»

Bronzi di Riace, Castrizio: «Festeggeremo i 50 anni. Li porteremo in tutto il mondo. Basta con eruditi e dilettanti»

«Bisogna dare un messaggio rassicurante alle città: il cinquantenario dei Bronzi sarà festeggiato. Se non saranno gli organi deputati a farlo, ci penseranno l’università o le associazioni culturali». Così Daniele Castrizio, docente di numismatica all’università di Messina, studioso da decenni dei Bronzi di Riace, sui quali ha elaborato una teoria sulla loro creazione e le loro identità. È chiaro che al professore, così come a tanti, stanno a cuore profondamente le statue dei due guerrieri.

Il nostro progetto è di portare i bronzi in tutta Europa – afferma Castrizio – in tutto il mondo. Dunque un progetto che possa partire da Reggio e portare la loro bellezza di bronzi. Lo abbiamo già predisposto, stiamo trovando il modo di finanziarlo. Un aiuto forte ci verrà, a livello locale, dal Comune di Reggio. L’assessore Calabrò (nds, alla cultura) ha assicurato che ci sarà una grande attenzione, a partire dalle scuole. Interlocuzioni in corso anche con la Camera di commercio. Reggio farà da sola».

Castrizio si sofferma poi su alcune mancanze strutturali: «Il museo di Reggio Calabria non ha ancora un Comitato scientifico. Il ministro non ha firmato per un nuovo organo. Il vecchio comitato scientifico non è ancora in carica, per cui manca anche questa spinta propulsiva alla struttura. È chiaro che si tratta di problemi ministeriali che però vanno resi noti e superati. Certo è che, in questo clima, i “no vax” dell’archeologia non aiutano. Perchè quando un membro del comitato scientifico definisce le ipotesi scientifiche dei colleghi “favole per bambini”, il circuito si è rotto. C’è qualcosa che non va. Così come quando un membro del comitato scientifico ha votato contro e non ha fatto fare (sponsorizzato dal museo) il convegno internazionale di studi sui Bronzi di Riace e sempre col suo voto contro ha affossato la pubblicazione degli atti del convegno.

Queste persone dovrebbero avere il buon senso di essere consequenziali: per cui se si sostengono le ipotesi del professore di ginnastica, poi quando si devono fare le analisi, per coerenza, si deve andare dall’ortofrutticolo per farle analizzare. Quando, tanti anni fa, la mia generazione decise che non ne potevamo più di eruditi e dilettanti e cominciammo a prenderci specializzazioni e dottorati, pensavamo che le cose sarebbero cambiate, ma siamo ancora in mano ad eruditi e dilettanti».

Un’ultima riflessione Castrizio la riserva alla sala dei Bronzi: «È troppo buia: la testa del filosofo non si vede e l’allestimento di Porticello, dopo tanti anni, non è possibile che rimanga così.  Per cui va immediatamente fatto un piano per far vedere i pezzi delle tre statue. Noi vediamo due teste ma, a Porticello, uscirono i pezzi di tre statue: una testa di filosofo che io identifico con Pitagora di Samo, una testa di Zeus che io identifico con lo Zeus liberatore, e una statua di atleta di cui rimangono alcuni pezzi che erano visibili una volta e che oggi non lo sono più. Gli studi ci sono stati, l’università di Reggio ha stabilito quali pezzi appartengono a ciascuna di queste tre statue. Si possono cominciare ad esporre, bisogna tirare fuori dai magazzini le cose che abbiamo. Non possiamo lasciarle nel buio». 

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