Bronzi di Riace, Partinico: «La “Statua B” ha la particolare forma scheletrica del cranio di tipo dolicocefalo»

Riceviamo e pubblichiamo:

sono Riccardo Partinico “il professore di ginnastica” di cui si fa riferimento, senza menzionare il nome, nei Suoi due articoli del 20 dicembre 2021, “Non è Pericle” e del 3 gennaio u.s. che riguarda i “Bronzi di Riace”.

Le chiedo di concedermi una brevissima replica, considerato che Lei non ha pubblicato il mio studio “Io sono Pericle” nel quale si ipotizza che la “Statua B” rappresenti lo Statista ateniese vissuto nel V sec. a.C. ed ha, invece, pubblicato critiche, prive di valore storico e scientifico, che, a mio avviso, tentano di delegittimare la mia scoperta.

Cito una parte del mio Curriculum per far comprendere ai Suoi lettori che non sono soltanto un “professore di ginnastica”, categoria alla quale mi onoro di appartenere e che mi ha dato infinite soddisfazioni, quali per esempio, educare allo Sport migliaia di giovani reggini, vincere con i propri Atleti titoli nazionali e partecipare alle ultime Olimpiadi di Tokyo, ma sono anche un giornalista, autore di numerose pubblicazioni scientifiche, studioso di Anatomia Archeostatuaria, invitato al Getty Museum di Los Angeles per relazionare sui miei studi delle statue del V sec. a.C., al Museo di Lussino (Croazia), al Museo Diocesano di Molfetta ed inoltre ho vinto con la pubblicazione “L’Apoxyòmenos” il Premio Speciale nel Concorso Nazionale “Il Linguaggio del Corpo” indetto dal Ministero dei Beni Culturali in collaborazione con il MIUR.

In merito ai suoi articoli desidero precisare ai Suoi Lettori quanto segue:

il busto in marmo recante l’iscrizione “Pericle, figlio di Santippo, ateniese” ritrovato a Tivoli nel 1779 nella Villa di Cassio, considerato una copia di una statua di Kresilas del 430 a.C., mai repertata, è in realtà un ipotetico volto di Pericle voluto da Adriano nel II sec. d.C., quindi 700 anni dopo, per evocare la memoria di Pericle e collegare la sua politica a quella democratica dell’Antica Grecia, come si evince dalla pubblicazione “Maschere del Potere” del Prof. Augusto Banfi dell’Università di Bergamo, che cita, tra l’altro, anche il parere dell’Illustre Prof. Felice Costabile di Reggio Calabria.

Per quanto riguarda la forma allungata del cranio della “Statua B” dei Bronzi di Riace, essa non è una struttura aggiuntiva o modellata volontariamente dall’Artista per accogliere l’elmo, ma è la particolare forma scheletrica del cranio della “Statua B”, di tipo dolicocefalo. Tale alterazione inizia a manifestarsi con l’appiattimento dell’osso frontale, subito dopo la zona orbitale e si protrae sino alle due ossa parietali, esageratamente allungate in senso antero/posteriore. Se quella fosse stata una “porzione modellata” per accogliere l’elmo, l’osso frontale sarebbe stato rappresentato in maniera regolare, così come è rappresentato nella “Statua A” ed in altre statue con crani di tipo mesocefalo (allegata foto).

Riccardo Partinico

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