martedì,Maggio 21 2024

Gianni Versace e i Bronzi di Riace: destino comune?

Mentre i bronzi cercano a fatica di festeggiare degnamente il loro anniversario, dello stilista restano solo le promesse del museo a lui intitolato vicino a quello della Magna Graecia

Gianni Versace e i Bronzi di Riace: destino comune?

Due colpi di pistola portano via tutto: la luce solare della città dello Stretto riflessa nei colori degli abiti, le mani che avevano imparato l’arte del cucire da mamma Franca, le sfilate, il nome italiano della moda tra i marchi numero uno al mondo. La mattina del 15 luglio del 1997, a Miami in Florida, viene freddato Gianni Versace. Andrew Cunanan, il killer, non potrà mai raccontare i motivi del gesto perché anche lui morirà poco dopo.


Versace e i Bronzi di Riace

“Figlio bello e audace, bronzo di Versace, figlio sempre più capace, di giocare in borsa. di stuprare in corsa”. Così scrive in “Ottocento” Fabrizio De Andrè. Gianni Versace e i Bronzi di Riace che cosa hanno in comune? La Magna Graecia e la città di Reggio. Lo stilista aveva preso il largo appena possibile da un ambiente come quello reggino dell’epoca molto lontano dall’anticonformismo, humus ideale per i geni creativi come lui. I Bronzi invece, a Reggio sono dovuti restare. Con risultati al momento non incoraggianti.

A Reggio di Gianni Versace, oltre che un abito custodito rigorosamente dal museo della seta, una sala del Cedir, non c’è nulla. Restano le promesse del museo a lui intitolato vicino a quello della Magna Graecia. Versace è morto e dimenticato. E se provate a chiedere la caduta nel dimenticatoio è più che giustificata: “Versace si è dimenticato di Reggio”. Non è precisamente così. «Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d’alta Moda. È il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, dove ho cominciato a respirare l’arte della Magna Grecia». Un legame indissolubile con Reggio, concretizzatosi nel marchio distintivo: la leggendaria testa della medusa.

È il momento dei Bronzi

E poi ci sono i Bronzi, a stento pubblicizzati e beatificati come dovuto negli anni, sfuggiti più volte a tentativi di clonazione, di scippo, di prestiti al di là di ogni ragionevole evidenza scientifica. Amati veramente da pochi, compresi da pochissimi. Dopo una partenza a rilento che non prometteva nulla di buono le due statue oggi beneficiano dell’avvicinarsi del cinquantesimo dal ritrovamento: i loro visi, i loro nomi, la leggenda e le domande che dietro si portano da millenni sono balzati in primo piano. Conferenza stampa a Roma, per far parlare tutta la nazione, festeggiamenti.

E poi, quando i riflettori dell’anniversario felice si spegneranno cosa accadrà? Speriamo che il risconto di pubblico per tanta bellezza e unicità possa insegnare tanto ed evitare gli errori commessi in questi anni. E se per i Bronzi qualche tardiva speranza di vederli simboli di Reggio e della Calabria può ancora esserci, per Versace la speranza è tramontana da tempo.

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