È stata ribattezzata “Grotta di Glauco” la scoperta fatta a Scilla, sotto il belvedere Morselli, nel corso di un’escursione, dall’associazione Magna Graecia Outdoor.
Glauco come il colore dell’acqua, tra il verdino e il celeste. Ma Glauco anche come il pescatore divenuto divinità che si innamorò di Scilla, da qui il nome evocativo scelto.
Come chiarisce Giovanni Luca Bellantoni della Magna Graecia Outdoor: «Come associazione esploriamo e sondiamo il territorio, non ci limitiamo a portare in giro gli escursionisti. In particolare a Scilla ci dedichiamo allo studio del suo territorio, ripristinando i sentieri, ad esempio. La fase esplorativa e di riscoperta delle antiche vie di Scilla, via terra e via mare, prosegue alla in vecchi percorsi dimenticati, così come i luoghi, le costruzioni e gli edifici».
Bellantoni racconta poi come il gruppo di esploratori è arrivato alla sorprendente scoperta. «È successo mentre facevamo un sopralluogo sulla scogliera a ovest di quella di Pacì, inerpicandoci sugli scogli, abbiamo visto questo anfratto. Sono sceso ad esplorarlo e ho trovato questo ambiente abbastanza grande che scendeva fino al mare».
«L’ambiente ha due specchi d’acqua: uno piuttosto piccolo però dove riesce a filtrare la luce dall’esterno creando giochi di luce tipici delle grotte marine. A fianco c’è un’apertura un po’ più grande». Ma la cosa sorprendente è che «Appena si arriva a pelo d’acqua si vede davanti Scilla, in tutta la sua bellezza, una vista spettacolare».
E ancora «L’ho chiamata grotta di Glauco perché si trova negli scogli a picco sul mare, sotto il Belvedere di Morselli che scrisse la tragedia tra Glauco e Scilla: mi è sembrato attinente e consono dargli questo nome. Questa grotta con l’affaccio su Scilla è come se Glauco stesse lì ad osservare perennemente la sua amata. Non sappiamo se potrà essere collegata a qualche percorso dei nostri perché arrivarci è stato piuttosto difficile. Intanto abbiamo riscoperto questa grotta che sicuramente qualche pescatore già conosceva, anche se non è mai stato dato un nome. Noi ci teniamo a riscoprire la cultura della mitologia, per questo gli diamo un nome ricco di significato che si cala nel perfettamente nel luogo».
Il mito di Glauco, nelle Metamofosi di Ovidio, parla di un pescatore,Glauco appunto, che un giorno si accorse che i pesci che aveva preso, stando su un’erba particolare, tornavano vivi. E allora decise di mangiare quest’erba e divenne immortale ma fu trasformato per metà in pesce e attirato dal mare. Vide Scilla bagnarsi nelle acqua del nostro mare e se ne innamorò e cerco di corteggiarla ma fu rifiutato. Andò allora a chiedere aiuto alla maga Circe che invece di aiutarlo trasformò Scilla in un mostro marino. La storia d’amore non ebbe un lieto fino. E possiamo immaginarlo Glauco, dalla grotta, ammirare da lontano la sua Scilla.