Reggio, la Fondazione Mediterranea riparte col laboratorio politico

La Fondazione Mediterranea, con l’intento di aprire un confronto tra le varie formazioni partitiche per contribuire alle future sorti della Città Metropolitana, riattiva il suo laboratorio politico Società Aperta, apartitico e ispirato alla filosofia di Karl Popper.

Il 12 novembre del 2010, coordinato dal presidente della Fondazione Mediterranea Vincenzo Vitale, si tenne a Palazzo San Giorgio un incontro dal titolo “Libertà civili e diritti costituzionali”, con relatori il compianto prof. avv. Vincenzo Panuccio, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Mediterranea, e il prof. dott. Antonino Monorchio, presidente del suo Comitato di Indirizzo. Venne presentato in quella sede laboratorio politico Società Aperta, rigorosamente apartitico e così denominato in omaggio a Karl Popper e alla sua filosofia politica.

Nell’attuale non felicissima temperie reggina, rilanciando il suo laboratorio politico la Fondazione Mediterranea intende riproporre il suo impegno politico, nell’accezione sorgiva del termine ovvero di “ricerca del bene comune”, per la città di Reggio e l’Area dello Stretto, impegno tra l’altro teso a favorire il dialogo tra le varie formazioni partitiche.

Così il dott. Vincenzo Vitale, presidente della Fondazione Mediterranea, sul tema. «Se si potesse adottare una sola parola a ideale icona di questo laboratorio, questa sarebbe “sincretismo”. Dall’accezione sorgiva relativa alla conciliazione di elementi culturali e filosofici appartenenti a più dottrine e religioni, il termine nel nostro caso viene applicato alla politica: incontro e fusione di idee e programmi di diversa estrazione ideologica e partitica con un solo obiettivo, quello di voler pragmaticamente ricercare il legittimo maggiore interesse dei reggini.»

Programmi e obiettivi del laboratorio politico discendono da alcune parole chiave che ne sintetizzano l’essenza:  sincretismo (come già detto, incontro e fusione di idee e programmi di diversa estrazione ideologica e partitica); laicità (indipendenza di pensiero da ogni condizionamento ideologico o religioso); liberalismo (limitazione dell’intervento pubblico con promozione della libertà e creatività individuale); riformismo (modifica graduale dell’esistente senza brusche cesure o utopici progetti olistici); autonomia (oltre il senso etimologico di darsi le regole da se stessi: libertà di scelte finalizzate al proprio maggiore interesse); pragmatismo (conoscenza obiettiva della realtà come strumento di un’efficace e utile azione su di essa che presupponga il superamento dei distinguo ideologici); glocalismo (promozione di tradizioni e culture locali in un’ottica di integrazione economica e politica).

Insomma il laboratorio politico ambisce a essere una sorta di “Corporation Savante” (nel senso dato all’espressione da Auguste Compte) al servizio della Città Metropolitana: non un partito o un comitato elettorale bensì un indipendente e oggettivo think tank che, analizzate le politiche, sia in grado di influenzarle.

Ancora Vitale: «Un’utopia? Può darsi, ma non dobbiamo dimenticare che, più che un nostro diritto, è un preciso e ineludibile dovere quello di tentare di dare una guida quanto più possibile “illuminata” alla città metropolitana di Reggio Calabria».

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