Reggio e la sua via Marina nelle visioni di Marco Costantino e Giuseppe Smorto – VIDEO

Il cuore della topografia della città di Reggio Calabria e anche il punto in cui si incontrano le tante anime e spirano i venti dello Stretto. Il luogo di congiunzione di un’isola alla sua Penisola, nel centro del Mediterraneo, la porta verso mondi ed epoche mai abbastanza raccontati e di cui molto ancora resta da narrare.

Con le acque che hanno plasmato le parole di Omero e di Pascoli, testimoni silenziosi e preziosi di queste epoche sono le storiche architetture e gli alberi secolari, le cui radici possenti incorniciano ormai i marciapiedi.

Su questa tela che la natura e la storia hanno già dipinto si posano lo sguardo del fotografo Marco Costantino e la penna del giornalista e scrittore Giuseppe Smorto. Nasce così il volume “Via Marina di Reggio Calabria” edito da Città del Sole Edizioni.

Chi resta sempre e chi torna ancora

Due reggini, uno che rimane e rimane ancora e l’altro che parte, torna e riparte, che nella loro professione passione si sono spesi per la loro città. Con questo lavoro comune, che pare non resterà l’unico, hanno reso un tributo alla loro bellissima e tormentata Reggio. E nel sottotitolo “La luce del blu, racconti e visioni”, un altro scrigno mostra la profondità di un viaggio che è fisico e interiore, in cui entrambe le dimensioni sono proprie che di chi fa del racconto per immagini e parole, l’unico modo che conosce di stare al mondo.

Il volume è stato presentato questo pomeriggio, in una gremita sala Garcilaso de la Vega del castello Aragonese di Reggio Calabria. All’incontro, moderato da Mariangela Zaccuri, hanno partecipato l’assessora comunale alla Cultura Irene Calabrò, il consigliere metropolitano con la medesima delega, Filippo Quartuccio. Presenti gli autori, Marco Costantino e Giuseppe Smorto, e e gli editori Franco Arcidiaco e Antonella Cuzzocrea.

Parole e immagini

Il volume si apre sulle tracce del binomio Parole e Immagini. Seguendo quelle tracce ci si incammina alla scoperta dei molteplici luoghi che la via Marina, dal Water Front fino al Tempietto, custodisce. Uno sguardo che spazia anche oltre la città, spingendosi fino all’Etna e alla Sicilia, che ormai appartengono alle nostre visioni.

E luoghi diventano anche l’abbondante e ribelle schiuma di un’onda, la quieta sosta di un gabbiano su uno scoglio o in cima a una colonna dell’Opera. Una persona rapita dal sole che inizia a nascondersi e sorpresa di spalle mentre la sua figura si lascia delineare dal tramonto. L’interno di uno storico cinema chiuso, rimasto imprigionato nel degrado e nell’abbandono. Il dettaglio architettonico di una villa sontuosa incorniciata tra le fronde degli alberi secolari. Un treno alla stazione pronto a partire o forse appena arrivato. I tesori riemersi e donati a questa città e le sue fontane.

Immagini e parole che si incastonano per dare corpo a un racconto di persone, cittadini che non si sono limitati a risiedere in questa città ma che l’hanno abitata, animandola con le loro migliori energie.  

Costeggiando, giungemmo a Reggio

Richiamando il viaggio di San Paolo e l’approdo a Reggio Calabria, con la citazione dagli Atti degli Apostoli “…Costeggiando giungemmo a Reggio” prosegue la narrazione. Essa si affida alle citazioni che questo luogo ha ispirato. Una storia antica che si nutre non solo di pensieri ma anche dei documenti e della ricerca storica necessaria per conoscerli e divulgarne il significato.

Dall’archivio storico

Dunque il volume si chiude con una raccolta di foto di documenti dell’archivio storico comunale. La via Marina, la sua ricostruzione dopo il terremoto, la sua trasformazione in lungomare. Atti di resistenza e resilienza dell’intera comunità reggina. Un luogo nel quale «profondamente credette il sindaco Italo Falcomatà, quando si batté affinché quell’anima fosse preservata finanche ricollocando le ringhiere dell’epoca», ha ricordato l’editore Franco Arcidiaco.

La fotografia e la sua vita propria

«La Via Marina è la spina dorsale della nostra città – ha spiegato il fotografo Marco Costantino – e un affaccio straordinario sullo Stretto che non finisce, non si esaurisce. O forse il termine può essere individuato nella Sicilia e oltre. In questa via dimora la luce che muta con le stagioni e con l’incalzare del tempo di ogni giornata: è abbagliante e anche tagliente, soprattutto d’inverno, come le luci e le ombre che convivono a Reggio Calabria; è cangiante e tipica di una città Mediterranea. Lo spazio è aperto e in esso le architetture dialogano con il nostro pregiato patrimonio arboreo.

Questo libro è un riconoscimento al mio legame con essa, un moto di affetto per questa città, segnata da bellezza e da brutture. Questa esperienza ha rappresentato un altro bellissimo e stimolante esperimento di abbinamento al testo, dal momento che credo che le foto, una volta scattate, debbano vivere di vita propria.

Non sono un fotografo tout court. La mia è una formazione giornalistica, dunque fotografo quello che è senza infingimenti. La fotografia deve dire quello che deve, quello che in quel momento io vedo. La via Marina racconta tantissimo e scegliere tra i tanti scatti degli ultimi cinque anni è stato impegnativo. Ringrazio anche per questo gli editori Franco e Antonella e ringrazio Giuseppe per la sua amicizia», ha concluso Marco Costantino.

Appartenere a due luoghi

«Le foto di Marco mi hanno ispirato. Le vedevo su face book in questa epoca in cui siamo troppo assuefatti a vederne tante e in fretta. Così – ha spiegato il giornalista e scrittore Giuseppe Smorto – ho sentito l’urgenza di fermarle. Da qui è nato questo progetto. In fondo i miei testi sono come dei link mentali che richiamano un luogo diventato del cuore dei reggini tardi rispetto alla sua esistenza – ci sono città che hanno conquistato l’affaccio suol mare solo di recente – e alla sua storia. Questo luogo, infatti, è stato difeso in passato dalla cementificazione e dalla speculazione. Lo ha fatto l’assessore ai Lavori Pubblici e poi sindaco della ricostruzione post sisma 1908, Giuseppe Valentino.

Questo luogo intensamente identitario ha una storia secolare ed è già straordinariamente bello. Con il valore aggiunto che potrebbe esserlo ancora di più. Questo libro, dunque, è un tributo alla Via Marina e alla sua bellezza. Ma è anche un omaggio a quanti la difendono anche oggi e ancora la difenderanno. A quanti si attivano perché sia valorizzata al meglio e perché si ponga fine a tragedie urbane come quella del palazzo di Giustizia ancora incompiuto. Anche se non vivo a Reggio, qui sono nato e anche a questo luogo voglio appartenere. Mi ha confortato l’antropologo calabrese Vito Teti al quale ho chiesto se si potesse vivere in due luoghi. Lui ha risposto che si potrebbe vivere anche in tre luoghi purché lo si faccia di cittadino attivo. Così spero di fare, anche con stesso lavoro.
Ringrazio Marco per la sua profondità dei suoi sguardi e gli editori Franco e Antonella senza i quali non avremmo potuto realizzare un progetto di tale ampio respiro», ha concluso il giornalista e scrittore Giuseppe Smorto.

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