Scavi di Piazza Garibaldi a Reggio: c’era una volta un podio…Ecco come valorizzarlo – FOTOGALLERY

Tanto tempo per cominciare ma ormai ci siamo. Di fronte alla bellezza del sito e alle incognite storiche esso cela, il passato si dimentica, così come i problemi e i ritardi. Si lavora alacremente agli scavi di piazza Garibaldi. Dalle immagini del cantiere aperto si vede che il lavoro di pulitura è stato fatto ed è a a buon punto. Via la terra di copertura, ciò che torna alla luce è il vecchio podio, coperto così come era stato stabilito quando, in attesa di trovare i fondi, lo scavo era stato momentaneamente interrato.

Piazza Garibaldi, un cantiere aperto

Il prossimo passo sarà dunque quello di rimuovere la copertura e di partire alla ricerca del nuovo. Di quello che il sottosuolo ricco di Reggio potrà ancora regalare. Il cantiere aperto e di studio è una novità per la città. Mentre i lavori di piazza De Nava si stanno svolgendo forzatamente a vista, dopo la caduta delle recinzioni per il forte vento, a piazza Garibaldi quello di lasciare dei margini per visualizzare i lavori è stata una scelta ben precisa, formulata da Soprintendenza ai beni Archeologico di Reggio e Vibo e dal Comune di Reggio. Passanti occasionali, anziani del luogo e appositi visitatori potranno vedere dal vivo l’evoluzione del cantiere di scavi.

Piazza Garibaldi, le ipotesi di valorizzazione

La situazione quindi è in continua evoluzione. Il modo di valorizzare i resti dipenderà ovviamente da quello che verrà fuori. Lo aveva ben spiegato al Reggino Fabrizio Sudano, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia: «Tutto dipende dalla grandezza di ciò che si vuole lasciare a vista. Perché nel caso dell’ipogeo di piazza Italia (ci sono le vetrate, ndr) si è potuto farlo perché c’è stata la possibilità di inserire sostegni, anche breve distanza, che potessero reggere la copertura, la parte calpestabile».

Nel caso in cui accanto al podio ci fosse un grande edificio «la soluzione – chiosa Sudano – non potrebbe essere adottata. Il sito all’aperto avrebbe comunque un fascino diverso: come succede in città come Roma o Napoli». Al momento i fondi sono previsti per gli scavi, per tutto il resto e per la la riqualificazione si dovrà vedere. Anche se dal Comune ci sono garanzie per poter proseguire coi finanziamenti.

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