Santo Stefano in Aspromonte, il Dea Fest torna ad animare la Vallata del Gallico – VIDEO

La Vallata del Gallico parla al Mediterraneo e all’area dello Stretto. L’occasione è l’entusiasmante ripresa, dopo otto anni, del Dea Fest ispirato alla promozione culturale del patrimonio “demo-etno-antropologico” della Vallata medesima.

La manifestazione nata nel 2007, fermatasi al 2014, adesso riparte. Con la direzione artistica di Marcello Cirillo e Mimmo Cavallaro, entrambi calabresi, una nuova edizione finanziata dalla regione Calabria, con il prezioso supporto dell’università Mediterranea di Reggio Calabria impegnata nella sua fondamentale Terza missione sul territorio.

Quattro comuni e una vallata

Anima del Dea Fest sono i quattro comuni della Vallata del Gallico, di nuovo insieme per promuovere cultura, musica, spettacolo, arte, legalità, natura e gastronomia. Calanna, Laganadi, Sant’Alessio in Aspromonte e Santo Stefano in Aspromonte, sono stati rappresentati dai sindaci, rispettivamente Domenico Romeo, Michele Spadaro, Stefano Ioli Calabrò e Francesco Malara, in occasione della conferenza stampa svoltasi nella piazza Zanotti Bianco di Mannoli, frazione di Santo Stefano in Aspromonte.

Al via la kermesse itinerante nella Vallata del Gallico con appuntamenti dal 27 luglio al 23 agosto. Il festival farà rivivere nei borghi le traduzioni peculiari delle comunità.

La conferenza stampa

La conferenza stampa, moderata dal giornalista Federico Lamberti, è stata scandita dagli interventi dei sindaci della Vallata, del rettore della Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti, figlio di questa vallata come anche la vicepresidente della giunta regionale Giusy Princi e il deputato Francesco Cannizzaro, che con il comune natio di Santo Stefano in Aspromonte continuano ad avere un profondo legame affettivo.

Una conferenza stampa fuori dagli schemi non solo per una location immersa nel cuore della Vallata e della montagna e in una piazza adornata da una splendida fontana monumentale. Di grande coinvolgimento sono state le incursioni musicali dei direttori artistici Marcello Cirillo e Mimmo Cavallaro.
Allegria ma oggi anche già nostalgia per la scomparsa del cantastorie calabrese
Otello Profazio, al quale è stato reso un intenso omaggio con le sue parole e le sue melodie.

L’omaggio a Otello Profazio

«Stamattina la notizia della morte di Otello Profazio mi ha molto rattristato. Poi mi sono detto che forse era un segno essere qui proprio oggi per presentare questo festival che celebra quella musica popolare in cui lui per primo aveva creduto. In questo festival essa ci sarà con le nostre radici. Ci saranno o pure eventi pop con il concerto che eseguirò con Demo Morselli e un’orchestra di dieci elementi e poi con il concerto di Annalisa Minetti e con quello in Marco Morandi che omaggerà il grande artista calabrese Rino Gaetano», ha spiegato il direttore artistico del Dea Fest, Marcello Cirillo.

«Con Otello Profazio abbiamo diviso molti palcoscenici in Calabria. Lui è stato un punto di riferimento, un faro per la musica popolare del nostro paese. La musica popolare è, infatti, quella che ci rappresenta, quella delle nostre contrade e dei nostri territori. Essa è nutrimento della nostra identità. Il ritmo della tarantella unisce giovani e anziani e questa è la sua forza. Per questo noi apriremo il festival con il concerto a Villa Mesa di Calanna il 27 luglio prossimo». Così l’altro direttore artistico del Dea Fest, Mimmo Cavallaro.

Una montagna al centro del Mediterraneo

«Una montagna al centro del Mediterraneo questa la nostra visione comune. Il festival promuove i percorsi culturali, turistici ed enogastronomici che ci uniscono. Esso ci consente di rilanciare anche la nostra vocazione naturalistica con la montagna nostra e quella di Messina, e il nostro legame, pure nel segno delle prospettive infrastrutturali che ci attendono. La strada a scorrimento Gallico – Gambarie, la seggiovia, il ponte tibetano. Nel modo più drammatico, torniamo a riscoprire quanto la montagna vada vissuta nel modo più corretto per essere efficacemente protetta e salvata dalla morsa degli incendi. Questo festival ha anche questa valenza fondamentale». Lo ha sottolineato Francesco Malara, sindaco di Santo Stefano in Aspromonte.

Sinergie virtuose e agire comune

«Ripartiamo con grande entusiasmo convinti che vedremo nuovamente crescere questa manifestazione che esalta il nostro patrimonio di culture e tradizioni», così Stefano Calabrò, sindaco di Sant’Alessio in Aspromonte.

«Una nostra sinergia virtuosa che ha sempre premiato. Siamo fiduciosi che lo farà ancora e che questo nuovo inizio sarà foriero di sviluppo sociale e sostenibile». Così Michele Spadaro, sindaco di Laganadi.

«Questo festival tornerà ad alimentare quella comunità di Vallata, con le piste sciistiche di Gambarie e il balcone sullo Stretto. Scenario peculiare dal quale trae ispirazione il nostro agire comune». Così Domenico Romeo, sindaco di Calanna.

Un laboratorio di idee

«Il Dea Fest è anche un laboratorio di idee per questo l’università Mediterranea, con la sua terza missione, è presente e darà il suo contributo con entusiasmo e slancio. Il compianto professore Edoardo Mollica ci ha insegnato che le sinergie con il territorio rappresentano una chiave essenziale del nostro lavoro», ha sottolineato Giuseppe Zimbalatti, rettore dell’Università Mediterranea.

La risorsa dei giovani

«Siamo già in cammino con tanti giovani in questa vallata grazie al Grest GRuppo ESTivo, con cui condividere e costruire, esperienze di impegno, comunione e divertimento. I giovani dono la nostra risorsa più importante», ha commentato don Enzo Attanasio. 

Marcatori identitari e attrattori turistici

«Sono profondamente orgogliosa, come calabrese nel suo luogo natio e come rappresentante della Regione in una realtà virtuosa come la Vallata del Gallico con i suoi quattro comuni. Il patrimonio demo-temo-antropologico di questi territori costituisce un marcatore identitario capace di costituire anche un importante attrattore turistico. La Regione ha voluto finanziare e rilanciare questo festival per innescare questo percorso virtuoso e contribuire a rivitalizzare i borghi, risorsa da valorizzare e salvaguardare». Così Giusi Princi, vicepresidente della Regione Calabria con delega alla Cultura.

La Vallata del Gallico riferimento per l’area dello Stretto

«Stimolati dalle pro loco, dalle associazioni, dalla cittadinanza, con i sindaci abbiamo voluto riprendere questo percorso per ricreare il laboratorio di idee e confronto che era stato avviato nel 2007. Un laboratorio che servirà a preparare un territorio che si candida ad essere punto di riferimento di tutta l’area dello Stretto. Tutto ciò anche in vista del Ponte e della Gallico-Gambarie. Una svolta di cui auspichiamo siano protagoniste le nuove generazioni che aiuteranno i territori ad accogliere al meglio lo sviluppo che ne deriverà. Le Vallate, non solo quella del Gallico, sono il vero motore dell’area dello Stretto», ha concluso così Francesco Cannizzaro, deputato della Repubblica.

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