Piazza Castello a Reggio, Donato Carrisi presenta “La casa delle luci”

Il pomeriggio di lunedì è stato uno dei più afosi di quest’estate reggina. Ma il caldo non ha impedito ai lettori di incontrare Donato Carrisi. L’autore di thriller bestseller è stato ospite del programma di autori della libreria Ave Ubik di Fabio Saraceno, sul palco di piazza Castello a Reggio Calabria insieme a Cristina Marra per presentare “La casa delle luci” (edito da Longanesi).

Un successo internazionale quello dello scrittore pugliese partito nel 2009 da “Il suggeritore” e suggellato fino alla 14esima pubblicazione. Tre i filoni coi diversi protagonisti delle sue opere, tre i film tratti dai suoi romanzi e diretti da Carrisi. Un David di Donatello conquistato come regista esordiente

La casa metafora

La casa intesa come metafora della mente umana? «La casa è in teoria il luogo più sicuro ma in realtà, studiando criminologia, risulta essere il luogo più pericoloso. La casa simboleggia anche la mente umana. Abitiamo la nostra mente, ma a volte non siamo soli nella nostra mente. Può essere un pensiero che si annida negli anni e che diventa ingombrante preponderante. L’ospite della mente di Eva, nella casa delle luci, è un bambino immaginario. Presenza minacciosa e pericolosa».

La paura

E poi qualcosa sull’ingrediente essenziale dei thriller: «La paura è una cosa sana che ci appartiene sin da piccoli – afferma Carrisi – Ci batte il cuore per la paura e per l’amore. Si piange per paura e si viene consolati dall’amore materno. La paura è un sentimento nobilissimo che molto spesso viene degradato. La paura è spesso collegata a qualcosa di spiacevole. Senza la paura non conosceremmo il mondo».

I labirinti

Un modus ipnotico di far entrare i lettori e catturarli nelle storie: «Io costruisco le storie a strati su vari livelli. Alla fine sono tutti labirinti. Voi decidete di entrare in quel labirinto. I romanzi non devono finire nell’ultima pagina. I personaggi devono continuare a seguirti dopo l’ultima pagina. È importante che rimanga una discussione aperta con il libro o con il film. I personaggi ve li portate a casa, ci convivete. Nei miei film, tratti da miei romanzi, in alcune scene, è presente la copia del romanzo fisico da cui è tratto il film. E come se i protagonisti potessero leggere il libro per sapere come andrà a finire». Carrisi si rifiuta di fare serie tv: «Andare in una sala cinematografia rende effetto magico. Noi siamo un paese di cinema non di serie».

L’autore, a fine serata, prima del firmacopie, ha anche risposto alle argute domande poste dai lettori, profonde e centrate, che mostrano davvero quanto sia appassionato il pubblico che lo segue.

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