Reggio, “La folla è femmina: l’arte che “giudica” nelle opere di Manglaviti – VIDEO

Uno, cento, duecento occhi che scrutano, muti, di contro, nell’effetto della pittura che li blocca in un istante ben preciso. Sono volti che lo spettatore può riconoscere. Alcuni sì, personaggi vivi, noti come le figure degli arcani, altre invece immaginate per quanto realiste. In questo miscuglio di visi di ogni forma si trova immerso lo spettatore. Una sorta di inquietudine caratterizza “La folla è femmina”, la mostra personale del pittore reggino Giulio Manglaviti, curata da Marta Toma, in esposizione nello spazio Sottogiudecca, dedicato al contemporaneo dalla Galleria Toma, art director Giulia Toma.

Tra la folla

I tanti ritratti sono l’ennesimo cambiamento arrivato nell’arte dovuto all’impatto della pandemia. Come racconta l’artista: «Tutto iniziato dalla pandemia – afferma – quindi questi 2 mesi di lockdown, sempre chiuso in studio, non poter vedere nessuno, mi hanno portato istintivamente a lavorare sulla figura umana quindi a concentrarmi sull’arte figurativa e io sono informale come artista. Ma in quel momento ho avuto necessità di circondarmi di folla, di lavorare sulle espressioni umane, sulle persone, sui personaggi.

Ho prodotto i miei lavori con olio su carta: prima personaggi inventati, rifacendomi alla storia di ‘900, poi attori, musicisti, qualsiasi tipo di persona era un pretesto per poter continuare a lavorare e mi sono poi accorto che questa folla aumentava e che ero circondato e c’era un gran vociare in studio. Ho preso consapevolezza di questo e ho pensato di fare una mostra con tutti questi dipinti che avevano bisogno di stare tra la folla vera».

«Qui siamo osservati, siamo studiati, siamo giudicati dalle opere: noi siamo l’opera, la folla ci guarda in molto cruda e dura. La maggior parte di loro non sono personaggi sereni, ma la scelta è frutto di quel periodo».

La folla è femmina

Un lavoro dunque che è stato realizzato negli ultimi tre anni, ma non c’era lo spazio per tutti e 500 circa dipinti. Emblematico il titolo: «”La folla è femmina” è tratto da un testo di Emil Ludwig, scrittore tedesco che intervistò, agli inizi del ‘900, gli interpreti dell’epoca, da Stalin a Mussolini e scrisse un libro su questi potenti che dominavano l’Est e l’Europa, traendo la conclusione che la folla ama a gli uomini forti, la folle è femmina. Perchè vide che quando c’erano questi grandi raduni, un’unica persona riusciva a plasmarli e a farli diventare un unico essere e a dominarli, che essendo il maschio dominante la folla automaticamente diventava una femmina».

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