Saverio Strati, Princi: «Presto il tavolo di insediamento del comitato per il 100simo anniversario»

Nasce il Comitato di coordinamento per il 100simo anniversario della nascita di Saverio Strati, «uno tra i più grandi scrittori italiani e, con Corrado Alvaro, il più grande scrittore calabrese, acuto interprete dei problemi dell’emigrazione e dell’integrazione culturale». Queste le motivazioni con cui, su indicazione della vicepresidente della giunta regionale Giusy Princi, nei giorni scorsi, in Cittadella è stato istituito l’apposito comitato che avrà il compito di valorizzare la sua figura.

Comitato per i 100 anni dalla nascita di Strati

Un comitato fortemente voluto dalla stessa Princi, che coordinerà personalmente il tavolo di coordinamento che, presto, annuncia la vicepresidente al Reggino, sarà insediato, con tutte le parti già presenti in delibera.
A tale comitato, che dovrà appunto coordinare le attività poste in essere e il programma dedicato alle celebrazioni, si affiancherà un comitato scientifico ad hoc, composto da professori, scrittori, ricercatori, giornalisti, editori e rappresentanti della famiglia dello scrittore cui sarà demandato il compito di organizzare le attività vere e proprie poste alla base del programma di promozione.
Tale comitato, secondo quanto annunciato dalla Princi, si insedierà subito dopo la prima riunione di quello di coordinamento.

Saverio Strati, la Calabria amata e amara

Il 2024 in realtà rappresenta una doppia ricorrenza per il grande scrittore calabrese, la nascita avvenuta a Sant’Agata del Bianco, in provincia di Reggio, il 16 agosto 2024 e il decennale dalla sua scomparsa il 9 aprile 2014, avvenuta a Scandicci in Toscana.
Il doppio ricorre sempre nella sua vita, come la Calabria, amata e al contempo amara, musa e madre e terra che, al contempo, lo condannò all’oblio.
Lo “scrittore della gente”, dei contadini, di “periferia” com’era a torto ritenuto, dopo il trasferimento a Firenze per preparare la tesi di laurea, passò alla Svizzera per poi trasferirsi definitivamente a Scandicci.
Qui, negli anni, venne “dimenticato” e costretto ad ottenere il vitalizio Bacchelli riservato agli artisti per poter sopravvivere.
Eppure «narratori di questa pasta speciale sono rari, come il sole d’inverno» scriveva di lui Pasquino Crupi, e Saverio Strati, la calabresità l’ha portata in tutti i suoi libri e soprattutto nel cuore. Da “La Marchesina” del 1956, prima raccolta di racconti edita da Mondadori, a “La Teda”, “Tibi e Tascia”, “Gente in viaggio”, “Noi Lazzaroni” che ricevette il premio Napoli nel 1972 e “Il selvaggio di Santa Venere”, premio Campiello nel 1977.
La Calabria «la porto dentro di me e fino a quando le forze me lo hanno consentito son tornato a vederla, a goderla» diceva lo stesso Strati. E ora, la sua regione, cerca di ricucire lo strappo, onorandolo come si deve.

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