A Bova successo per il convegno “Gerhard Rohlfs, l’archeologo delle parole”

Gerhard Rohlfs, l’archeologo delle parole. Storia, attualità e prospettive di una minoranza etnico-linguistica. È stato questo il tema dell’incontro tenutosi qualche giorno addietro a Bova nei locali della sala conferenze della biblioteca civica del Museo della lingua “G. Rohlfs”. Ad intervenire all’incontro promosso e organizzato dall’assessorato alla Cultura del comune di Bova e moderato da Margherita Festa, responsabile del Museo per quel che concerne i rapporti con le università, le scuole e i gruppi di ricerca, sono stati nell’ordine, Daniele Castrizio, direttore del polo museale, Salvino Nucera, docente di materie letterarie e parlante greco-calabro, Vittoria Camobreco, scrittrice e Paolo Di Giannantonio, volto noto del giornalismo televisivo nazionale.

Tanti i temi trattati nel corso di un incontro che ha fatto registrare oltre ai numerosi interventi del pubblico, anche i saluti istituzionali del sindaco di Bova Santo Casile e di Gianfranco Marino, vicesindaco con delega alla Cultura. Il passato, il presente ma soprattutto il futuro della minoranza dei Greci di Calabria sono stati dunque al centro di un dibattito che ha acceso i riflettori sui bilanci ma soprattutto sulle possibili strade da percorrere. «Nel promuovere questo momento di riflessione – ha spiegato Gianfranco Marino – abbiamo inteso affrontare la questione minoranza cercando di sfuggire la consueta retorica e le inutili polemiche che spesso accompagnano questi temi da oltre mezzo secolo. L’idea di un percorso che non punti solo sull’elemento linguistico, ma si concentri anche su un patrimonio fatto di storia, tradizioni, beni culturali e archeologici, ci è sembrata condizione necessaria per tradurre nella pratica i tantissimi sforzi che da decenni sono portati avanti da uno sparuto numero di associazioni e singoli appassionati.

È superfluo rimarcare come l’elemento della tutela della lingua debba rimanere al centro della nostra azione, individuandone il vero valore e le possibilità di utilizzo. L’obiettivo più difficile – ha concluso Marino – la vera sfida oggi è rappresentata tanto dalla conservazione della lingua quanto però dalla capacità di trasmettere ai più giovani la necessità di conservare il proprio valore identitario costituito da un insieme di caratteristiche, in assenza delle quali saremmo condannati ad un perenne anonimato».  «Nella nostra visione di sviluppo delle struttura del museo della lingua e di quello del costume di prossima apertura – ha spiegato poi Daniele Castrizio – abbiamo inteso individuare quali elementi portanti, la lingua approfondita sotto il profilo scientifico e lo studio della figura di Rohlfs. Nel farlo abbiamo immaginato un’interazione con le Università (a tal proposito abbiamo già formalizzato un protocollo d’intesa col Dipartimento di Lettere dell’università di Messina) e le scuole del territorio (abbiamo in tal senso già portato avanti un’interlocuzione con i dirigenti scolastici a cui abbiamo presentato alcune proposte di collaborazione che prenderanno il via dal prossimo mese di novembre)”.

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