Pena ridotta a Lucano, via libera alla fiction su Riace?

La prima messa in onda era prevista per febbraio 2018. Da allora si sono susseguiti rinvii e polemiche, fino alla sospensione della Rai «in attesa dell’esito del procedimento penale». Adesso, dopo la sentenza di Appello di ieri, che ha ribaltato il giudizio di primo grado nei confronti dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, le speranze di una messa in onda di “Tutto il mondo è paese”, la fiction Rai liberamente ispirata alla storia dell’accoglienza a Riace con protagonista Beppe Fiorello, sembrano riprendere quota. Lo sceneggiato, scritto da Fabio Bonifacci per la regia di Giulio Manfredonia, è stato girato nella Locride nell’estate 2017. La prima messa in onda era prevista per febbraio 2018. Da allora cominciarono vari slittamenti.

Nel settembre 2018, il protagonista della serie, Beppe Fiorello, protestò pubblicamente contro i vertici Rai per aver più volte rimandato e poi sospeso la messa in onda della fiction. «Bloccata perché narra una realtà e nessuno dei miei colleghi si fa sentire», furono le parole di Fiorello. Viale Mazzini dal canto suo si difese chiamando in causa la vicenda giudiziaria in corso: «Nessun blocco – rispose ufficialmente la Rai – la fiction è stata sospesa in attesa delle decisioni della magistratura. Non appena si chiuderà l’indagine, il servizio pubblico adotterà i provvedimenti conseguenti». Da allora sono trascorsi cinque anni senza che sia stata individuata una data per la messa in onda.

Il post di Fiorello

«Non ho mai creduto un solo istante alla tua colpevolezza lo sai e ho sempre avuto fiducia nella giustizia – è il post dell’attore siciliano su Instagram, accompagnato da alcune foto del set allestito a Riace – Le nostre lunghe chiacchierate al telefono rimarranno sempre nel mio cuore e tante ancora ne faremo. Ho sempre lasciato la mia mano sul fuoco per te, per la tua onestà, per tutte le persone che ti amano e soprattutto per tuo padre che ho avuto l’onore di conoscere. Indimenticabili i giorni trascorsi a Riace per le riprese del film che ha raccontato con estrema libertà e poetica la tua favola moderna, la tua visione e il tuo progetto di vita senza mai aver avuto bisogno di farne una bandiera politica perché la tua è una storia umana e averla voluta raccontare mi inorgoglisce. Ora è arrivato il momento e mi auguro che la tua storia raccontata con la magia e il gioco di finzione del cinema possa tornare libera con te, come te e per il pubblico».

La storia

Tutto inizia nel 1998, quando a Riace arriva un barcone con a bordo centinaia di profughi. Mino (Beppe Fiorello), ne è colpito e si offre volontario presso la Casa del Pellegrino che li ospita, stabilendo così un rapporto con loro. Quando la chiesa deve mandarli via perché la struttura serve per scopi religiosi, a Mino viene in mente un’idea assurda: farsi prestare le case vuote dei riacesi che se ne erano andati tanti anni prima senza più farvi ritorno, e darle ai profughi. E’ l’uovo di Colombo a cui nessuno aveva mai pensato: sostituire gli emigranti con i migranti. E ridare vita ad un paese abbandonato che stava morendo, attraverso la solidarietà.

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