domenica,Maggio 19 2024

“Ulisse on the road” a Reggio, al cine teatro metropolitano i volti e i racconti delle storie unite dal Fato

La produzione è stata curata da Officine Jonike Arti, con testo scritto da Katia Colica e la regia di Maria Milasi

“Ulisse on the road” a Reggio, al cine teatro metropolitano i volti e i racconti delle storie unite dal Fato

Quattro figure sul palco e quattro cuori che battono, a tratti, all’unisono, creando suoni ipnotici che accompagnano la pièce. Ci sono Penelope, Circe, Poseidone sul palco: storie unite dal Fato che hanno la figura di Ulisse come filo conduttore. La sua voce è quella che resterà, celebrata dal mito nei secoli dei secoli. Accanto a lui però ansimano, lottano, si dannano e amano altri volti a cui questa narrazione teatrale si pregia di dare colorare e dare spazio.

Nell’ambito della rassegna “With a little help from my friends” curata dal direttore artistico Antonio Calabrò, in scena ieri sera al Cine Teatro Metropolitano, a Reggio Calabria, “Ulisse on the road”, produzione originale, con testo scritto da Katia Colica e la regia di Maria Milasi. La rielaborazione della storia dell’Odissea attraverso i personaggi di Penelope, Circe, Poseidone, Ulisse.

Ulisse e le sue storie

Aprono lo spettacolo le parole di Ulisse ( Americo Melchionda) pronto a tornare a casa, dopo mille peripezie, sospinto dalla protezione di Atena e vessato dal Dio Poseidone. Come nella storia, sventrata e umanizzata dalla Colica nelle debolezze dei protagonisti, nella patria Itaca c’è Penelope, Kristina Mravcova, (“Io sono colei che attende, che soffre, la regina”). Resiste la donna agli attacchi dei proci, avidi di prendere la posta in gioco, la sovrana. Penelope se fosse una carta archetipica sarebbe la forza vista come perseveranza. Non cede nemmeno all’accanimento provocatorio di Poseidone “L’ambizione lo ha allontanato da te” dice il dio che odia Ulisse (perchè gli ha accecato il figlio Ciclope) e le sussurra le avventure per i mari con le altre donne incontrate in cammino.

I suoni “guida”

A raccontare trame e volti, nelle scelte di questa narrazione, sono anche i suoni/rumori, per mano degli attori in scena: tintinnii, battere e levare, sono rumori semplici ma che riportano ipnotici ritmi primordiali e servono a far salire il tono drammatico, accompagnato da urla di mostri e dei, fino a cessare con un ferreo stop e dare via a un silenzio che è catarsi.

“E da qui dal mare io vi guardo e rido, rido di voi” spiega Poseidone (Andrea Puglisi) che, con distacco e disincanto, guarda i protagonisti. Il personaggio incarna la rabbia, e fa da provocatore, come il matto nei tarocchi, osserva e aizza la povera Penelope, per farle tirare fuori le emozioni vere che si celano nella maschera dell’attesa. Le sue parole spostano il racconto su e giù, un po’ come le onde del mare che comanda.

E poi c’è lei Circe (Maria Milasi), figura chiave di tutto il racconto. Donna multiforme, nella quale riecheggiano tanti volti femminili che non hanno voce precisa ma che fanno parte della storia: dall’accanita Atena protettrice di Ulisse; alla bella Calipso che accoglie Ulisse nell’isola di Ogigia e, innamorata di lui, non lo lascia partire per 7 anni, finché non riceve da Zeus l’ordine. E la dolce Nausica, altra donna che (sotto la spinta di Atena) lo accoglie col padre Alcinoo, re dell’isola di Scheria, che gli chiede, infine, di non dimenticarla. Ma a prendere la scena sono le magie di Circe, che trama senza pietà, una sintesi di solitudine e di vendetta la sua che si abbatte sulla storia del naufrago, un carico di infelicità che celebra con il disprezzo verso la vita trasformando i compagni di Ulisse in maiali.

E Ulisse è l’astuzia, è l’arma decisiva che con l’artificio del cavallo di Troia vince la guerra e riduce in cenere la città di Priamo. Incarna anche il senso di colpa che emerge a tratti, quando si sentono le urla dei morti, i lamenti di Cassandra per le sue profezie inascoltate. E porta anche il fardello dei tanti compagni uccisi da ciclopi, annegati dalle sirene, mangiati dai mostri Scilla e Cariddi e trasformati in porci dalla maga Circe.

Una chiave di lettura che distoglie dalla visione unica di Ulisse protagonista ma che fa conoscere i sentimenti e le anime che ruotano intorno al suo ritorno. Non solo tappe del viaggio dell’Eroe, ma protagonisti, loro malgrado, di storie d’amore, di miseria umana, di invidia e di peripezie senza le quali Ulisse stesso ne uscirebbe svuotato.

La produzione è stata curata da Officine Jonike Arti, attualmente riconosciuta dalla Regione Calabria come Impresa di Produzione Teatrale e questo spettacolo è co-finanziato con risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 – Avviso pubblico per il finanziamento di programmi di Produzione Teatrale della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura.

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