L’INTERVISTA | Museo di Reggio, arriva Filippo Demma: «Progetti urgenti del Pnrr da portare avanti»

Da stamattina Filippo Demma si è insediato a palazzo Piacentini come direttore ad interim del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, scaduto il mandato di Carmelo Malacrino. Demma è direttore del Parco archeologico di Sibari.

Un lavoro cominciato molto presto con un tour del museo, dei magazzini, della struttura e poi una serie di riunioni con il personale che sono ancora in corso. Il pranzo di lavoro Demma lo ha condiviso con Fabrizio Sudano, attualmente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia (e che è tra i candidati alla direzione).

Fino a quando durerà il suo incarico?

«Passeranno due mesi. Si prevede che le procedure di selezione si concluderanno entro la metà di dicembre. Poi saranno sottoposti i candidati al direttore generale e al ministro che sceglieranno il candidato più idoneo. Una volta nominato il vincitore ci sarà da attendere il tempo tecnico per l’effettiva sottoscrizione del contratto, cioè l’assegnazione della risorsa dalla Direzione generale e dall’Ufficio di gabinetto e quindi stesura e firma del contratto. Entro gennaio dovremmo avere il nuovo direttore».

Quali saranno le sue funzioni?

«Avrò pieni poteri, il mio è un incarico aggiuntivo per cui sono pienamente titolare della direzione, sia dell’ordinario, dello straordinario, delle spese, del Pnrr, di tutte le funzioni. Ci sono dei progetti in corso che vanno conclusi e per questo il direttore generale ha deciso di dare l’incarico aggiuntivo e di non avocarlo. Ci vuole qualcuno che segua progetti urgenti e indifferibili come, ad esempio, quelli del Pnrr, declinato nei 3 assi, due che dipendono dalla Direzione generale dei musei come nel caso dell’efficientamento energetico e l’accessibilità cognitiva e poi c’è la digitalizzazione che non vine gestita direttamente dalla direzione ma dalla Digital Library».

I Bronzi li conosceva già…

«I Bronzi sono il capitale di testimonianza più noto ma questo non è solo il museo dei bronzi, è il museo di Reggio, in gran parte è un museo della Magna Grecia e ci aspettiamo che palazzo Piacentini valorizzi il proprio patrimonio anche al di là delle due statue».

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