Coronavirus a Reggio Calabria, il grido d’allarme delle autoscuole: «Fermi da due mesi e completamente abbandonati»

Solo per un pelo erano riusciti a schivare l’annosa vicenda dell’Iva sulle patenti da pagare con gli arretrati. Una gioia durata poco perché l’emergenza covid 19 con un sonoro ko ha steso le autoscuole del Paese bloccandone esami e attività didattica. Come racconta Carmine Crisafi, insieme ad Antonio Marra, titolare a Reggio Calabria della scuola guida CrisMar.

Che momento stanno attraversando le autoscuole?

«Un momento tragico nel senso che ci sentiamo completamente abbandonati, carichi di problematiche, carichi di pensieri senza il minimo aiuto da parte dello Stato, del Governo, del Ministero o di chiunque. Hanno dato il bonus di 600 euro, una cifra irrisoria e che non può aiutare: le bollette continuano ad arrivare, così come l’affitto del locale. Siamo fermi dai primi di marzo, senza poter far nulla. Dal 4 maggio ci hanno concesso di aprire senza prestare servizi (lezioni teoriche o pratiche).

L’unica cosa che ci tocca sono i rinnovi, per le persone che decidono di farli, in teoria, perché in pratica potrebbero anche circolare. Abbiamo bisogno di chiarezza sul futuro e di capire che cosa ci aspetta e quali sono i reali aiuti che ci vogliono dare. Si parla di prestiti a fondo perduto, ma non stiamo vedendo nulla. Dovremmo poter riaprire il 18 maggio, ma non si sa per poter svolgere la lezione quali misure dovremo adottare: sia per far entrare il pubblico, sia se serviranno dispositivi particolari. Anche in questo caso, non siamo nelle condizioni di fare spese, non c’è la possibilità economica di ulteriori spese».

Quali sono le richieste al Mit?

«Confarca aveva proposto di poter sostenere gli esami in sede, perché fare di nuovo gli esami alla Motorizzazione vorrà dire presentare 4 oppure 5 persone a turno. Siamo oltre 25 autoscuole nella città dello Stretto, calcolando tutti i nostri allievi, significa che ci vorrà tanto tempo per smaltire tutto il lavoro. Non sappiamo quando si potranno fare gli esami».

Una cosa è certa «servirà partire al più presto non solo con le lezioni, ma con gli esami teorici e pratici. E ci servirà l’aiuto economico per acquistare tutto quello che il Governo ci chiederà di avere. Alcuni settori sono stati colpiti meno, perché sono riusciti a mantenere l’apertura, altri, come nel caso delle autoscuole no, perché siamo chiusi da due mesi, con un carico sulle spalle che non riusciamo a sopportare. Abbiamo bisogno di qualcuno che si muova per noi, oltre Unasca e Confsarca, che hanno sì fatto il loro ma serve qualcosa di più sostanzioso e reale, non solo di parole».

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