lunedì,Aprile 29 2024

Green pass, Ancora Italia ai commercianti: «No ad atteggiamenti vessatori»

La sezione reggina: «Discussa l’effettiva legittimità della richiesta da parte di titolari o impiegati, perché di fatto accede a dati sensibili-anche sanitari del cliente, senza fornire alcuna “liberatoria privacy”»

Green pass, Ancora Italia ai commercianti: «No ad atteggiamenti vessatori»

Riceviamo e pubblichiamo:

Commercianti e imprenditori di Reggio Calabria hanno chiesto incontro col Prefetto per una protesta simbolica contro le ulteriori ultime restrizioni e il caro bollette.

Ad una già drammatica situazione, aggravata anche dall’incertezza lavorativa e quindi liquidità degli stessi consumatori anch’essi stremati da due anni di limitazioni), da ieri si aggiunge la richiesta discutibile, se non al limite del ridicolo, della ormai famosa ‘tessera verde’ anche per entrare in negozi e negli uffici pubblici.  

Se da una parte imprenditori ed esercenti reggini devono farsi carico di aumenti esponenziali del costo dell’energia elettrica, delle materie prime e dei tributi e devono anche scontrarsi con norme sempre più stringenti che coinvolgono burocraticamente le loro attività, dall’altra parte si trovano clienti avventori e consumatori che continuano a sentirsi vessati, inseguiti e privati del diritto di entrare in piena libertà a spendere i propri soldi in negozi di abbigliamento, gioiellerie, negozi di mobili, ristoranti, ritenuti “non essenziali” e per i quali- da ieri- è previsto il possesso della già citata tessera verde chiamata “green pass”.

Dalle FAQ sul sito del Governo c’è espressamente scritto che “ i titolari degli esercizi commerciali. Non devono effettuare necessariamente i controlli sul possesso del green pass, ma possono svolgerli a campione successivamente all’ingresso della clientela nei locali”.

Alla luce di questo ci auguriamo che i titolari e gli impiegati degli esercizi commerciali interessati siano il più tranquilli possibile con la propria clientela, perché atteggiamenti vessatori, persecutori o da sceriffo che deve trovare il criminale del momento, andrebbero soltanto ad aggravare la situazione, generando diffidenza, mortificazione e allontanerebbero ulteriormente potenziali clienti, che potrebbero vedersi costretti a spostare il proprio acquisto on-line.

Ricordiamo anche che è molto complessa e discussa l’effettiva legittimità della richiesta da parte  di titolari o impiegati, perché chi richiede un “green pass” di fatto accede a dati sensibili-anche sanitari del cliente, senza fornire alcuna “liberatoria privacy” , che invece è richiesta (e la legge che la regola  è tuttora in vigore) ogni qualvolta ci siano da personali da fornire (il fatto che sia una App a leggerli non cambia la sostanza).

 Ancora Italia – Sezione Reggio Calabria

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