mercoledì,Maggio 1 2024

Il porto di Gioia Tauro protagonista a Expo 2020. Gratteri: «Il Governo non ci aiuta a contrastare la mafia»

Agostinelli: «Rappresentiamo la nuova Via della Seta. Investimenti privati e pubblici per oltre 220 mln»

Il porto di Gioia Tauro protagonista a Expo 2020. Gratteri: «Il Governo non ci aiuta a contrastare la mafia»

«Purtroppo devo dire che questo Governo non ci sta aiutando nel contrasto alle mafie, con scelte apparentemente che c’entrano poco con la mafia. Ci sta aiutando pochissimo. Si stanno facendo provvedimenti pensati e diretti dalla ministra Cartabia che sono devastanti per i prossimi decenni». È quanto ha dichiarato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, in collegamento all’incontro “La Calabria e il porto di Gioia Tauro nello scenario competitivo del Mediterraneo”, organizzato nell’ambito del Regional Day della Calabria a Expo 2020 Dubai.

«Temo che con questo governo – ha continuato Gratteri – sul piano della sicurezza e sul piano del contrasto alle mafie non si andrà da nessuna parte, se non si arriverà alle prossime elezioni sperando in un governo che abbia una visione sulla sicurezza ma soprattutto sulla trasformazione delle mafie, che non sparano e che non uccidono ma che comprano tutto ciò che è in vendita e che comprano soprattutto le persone».

Agostinelli: «Investimenti privati e pubblici per oltre 220 mln»

Con il porto di Gioia Tauro rappresentiamo la nuova Via della Seta. È un motivo di orgoglio assoluto per la Calabria avere un porto così moderno così performante, un porto che ha visto e vede investimenti privati e
pubblici per più di 220 milioni di euro nel triennio 2019-2022». Lo ha dichiarato Andrea Agostinelli, presidente Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno, Meridionale e Ionio, anche lui intervenendo al Regional Day della Calabria al Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai.

Sono investimenti «in banchine, equipment, un nuovo gateway ferroviario portuale costruito stanziando 20 milioni di euro di soldi pubblici e spendendone 19. L’opera è perfettamente funzionante perché da quest’anno partono due coppie di treni giornalieri dal porto di Gioia Tauro, diretti all’interporto di Nola, in Campania e di Bari, in Puglia – ha detto ancora il presidente -. A Expo Dubai, testimoniamo di avere trasformato un porto colpito dalla stagnazione e dalla crisi, nella più importante industria calabrese che cresce con una produttività a doppia cifra ogni anno, un porto che crea posti di lavoro e che investe anche nel sociale. E stiamo già investendo i fondi del Pnrr.

La coesione ha assegnato 110 milioni alla Calabria e 17 li stiamo già spendendo. Abbiamo aperto i cantieri. Il porto è poi pronto per altre ipotesi e farà la sua parte per l’avvio di un concreto piano per la zona economica
speciale. Il porto si aspetta lo sviluppo di un immenso retroporto ampio quasi 500 ettari, il più ampio del panorama nazionale. Noi oggi possiamo concretamente vedere ciò che a lungo abbiamo desiderato. Solo solo sette anni, fa il porto di Gioia Tauro viveva la sua crisi più grave, nella sua pur brevissima vita e oggi la Regione Calabria presenta come Sua Eccellenza il porto di Gioia Tauro all’Expo DUBAI 2022.

Oggi vogliamo mostrare un porto del Sud e della sua Via della Seta. Una Via della Seta – ha sottolineato Agostinelli – che è tramontata ormai nella sua impostazione originaria e oggi è rappresentata da quelle linee di navigazione transoceanica che utilizzano i vettori marittimi più grandi e capienti che dal Far East entrano nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez per poi dirigere verso il porto di Anversa, Rotterdam, Amburgo. Nel
Mediterraneo, queste navi scalano solo a Valencia, a Barcellona e a Gioia Tauro.
Solo questi tre porti possono accogliere in assoluta sicurezza queste navi».

Carfagna: «Gioia Tauro è già il primo porto d’Italia, con gli investimenti migliorerà»

«La Calabria è una regione troppo a lungo giudicata marginale in Italia: oggi all’Expo di Dubai abbiamo avuto l’occasione di raccontarla come merita, a cominciare dal valore della sua portualità e delle prospettive
che si aprono nel futuro. Gioia Tauro è già oggi il primo porto italiano, il sesto del Mediterraneo allargato e l’ottavo in Europa. Sono certa che con l’imponente piano di infrastrutturazione previsto dal Pnrr e il nuovo impulso per la Zes calabrese questa performance potrà essere ulteriormente migliorata». Lo ha dichiarato la ministra per il Sud e la
Coesione territoriale, Mara Carfagna, nel suo intervento al
Regional Day della Calabria al Padiglione Italia dell’Expo 2020
Dubai.

«La Zes Calabria potrà contare su 111,7 milioni di euro, che andranno a modernizzare e rafforzare il porto e l’area industriale di Gioia Tauro (43,5 milioni di euro per il potenziamento del raccordo stradale con i corridoi europei, il primo lotto di collegamento con la SS18 e il completamento della banchina di ponente) e altre importanti aree industriali, come quelle di Rosarno e Sibari. I porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni avranno a disposizione rispettivamente 6,5 e 4 milioni per opere infrastrutturali. Tra il Pnrr e il Fondo Complementare ci sono 11,2 miliardi di euro per completare la linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, con l’abbattimento dei tempi di percorrenza di 80 minuti e un consistente aumento del numero dei treni», ha evidenziato la Carfagna.

«I cittadini calabresi, le aziende che già ci sono, e gli investitori che vorranno scommettere su questa terra, saranno nell’arco di cinque anni protagonisti dello sviluppo di una grande piattaforma logistica e produttiva al centro del Mediterraneo e collegata al resto d’Europa», ha concluso.

Della Loggia «Gioia Tauro esempio per lo sviluppo portuale d’Italia»

«Ritornare al Mediterraneo, come impone tutto lo sviluppo geopolitico, commerciale e mondiale, significa ritornare al sud e in particolare alla Calabria, che con il porto di Gioia Tauro rappresenta un caso esemplare di quello che potrebbe essere lo sviluppo portuale dell’Italia». È quanto ha dichiarato Ernesto Galli della Loggia. «La questione della ripresa della vocazione marittima – ha continuato – è una questione di risistemazione del sistema portuale italiano, avviato negli ultimi 20 anni ma che ha bisogno ancora di ulteriori e fortissimi passi avanti, soprattutto per le zone
economiche speciali, che rappresentano il cuore del futuro eventuale sviluppo del commercio marittimo, di cui Gioia Tauro rappresenta già un esempio.

Il 90 per cento del traffico delle merci mondiali si svolge via mare, quello italiano per il 40 per cento si svolge via mare, e di questo complesso gigantesco di traffico di merci la metà circa passa attraverso il Mediterraneo. Questo è stato un dato che è cresciuto molto negli ultimi anni grazie al calo negli ultimi due decenni grazie a due fenomeni concomitanti:
l’arrivo massiccio sul mercato mondiale dell’Asia e in particolare della Cina e la raddoppio del Canale di Suez. Il Mediterraneo è la via più breve tra l’Asia e l’Europa e in questo mare l’Italia ha una posizione assolutamente strategica che tuttavia è stata trascurata dal nostro Paese. L’Italia si è
dimenticata del Mediterraneo.

Ma ora la rivoluzione geopolitica che ormai è in atto da alcuni anni sta di nuovo rilanciando potentemente il Mediterraneo non solo come luogo di traffico cruciale mondiale, ma anche come un grande deposito di idrocarburi. Tornare al Mediterraneo vuol dire quindi una scelta strategica che significa per l’Italia ritornare al Sud e ritornare al Mezzogiorno per riconsiderare il Mezzogiorno come un perno potenziale dello sviluppo futuro sul quale l’Italia dovrebbe puntare».

Occhiuto: «Con Zes Gioia Tauro vogliamo attrarre investimenti»

«La mia idea è che la zona economica speciale di Gioia Tauro sia la più importante d’Italia perché è a ridosso di un porto che è il più importante d’Italia e ho voluto presentare il porto di Gioia Tauro a Dubai perché credo che una Regione non si sviluppa solo creando le condizioni affinché gli imprenditori locali possano lavorare meglio, ma anche se riesce ad attrarre investimenti dall’esterno. Allora, l’area della zona economica speciale a ridosso di Gioia Tauro, collegata alle zone economiche speciali a ridosso degli altri porti della Calabria, può essere davvero un’area capace di attrarre investitori e investimenti». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in collegamento al Regional Day del Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai.

«Ho voluto dedicare questa giornata al porto di Gioia Tauro perché l’Italia si è dimenticata del Mediterraneo nel corso degli anni e si è dimenticata anche di avere nel Mediterraneo un porto straordinario come Gioia Tauro, che si è sviluppato per inerzia e non per volontà politica, e che è diventato uno dei principali porti del Mediterraneo – ha continuato Occhiuto -. Il porto di Gioia Tauro è un porto dove i terminalisti stanno investendo centinaia di milioni di euro negli ultimi anni, perché i terminalisti guadagnano col transshipment ma è un peccato che non riverberi poi sviluppo in Calabria, nel Mezzogiorno e nel Paese attraverso lo sviluppo di attività industriali, imprenditoriali nella zona a ridosso del porto – ha evidenziato il presidente calabrese -.

Un altro luogo comune che dobbiamo sfatare è quello per il quale in Calabria non si possono investire perché c’è la ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta fa schifo, ma non deve diventare nemmeno un alibi per non fare degli investimenti. Dobbiamo utilizzare la Zona Economica Speciale per attrarre investimenti da parte di imprese che vogliano allocarsi lì per utilizzare questo asset straordinario non solo per la Calabria ma per il Paese che è il porto di Gioia Tauro, in una regione che ha un capitale sociale straordinario che è costituito dai laureati calabresi.

Ho incontrato qualche giorno fa l’amministratore delegato di F2i, che è un fondo di investimenti controllato da Cassa Depositi e Prestiti che controlla a sua volta Sorgenia. Sorgenia ha in pancia un investimento per la costruzione di un rigassificatore e fra qualche giorno ho un incontro con gli amministratori di Sorgenia, perché Gioia Tauro potrebbe essere anche il luogo di questo investimento nell’energia. E a ridosso del rigassificatore, utilizzando la piastra del freddo collegata al rigassificatore, Gioia Tauro potrebbe produrre per esempio i surgelati per metà dell’Europa», ha detto Occhiuto, ricordando che «Msc, che è il principale dei terminal di Gioia Tauro, è il terminal che trasporta più prodotti alimentari. Se noi facessimo, e lo faremmo, un investimento di questo genere a Gioia Tauro, l’area della zona economica speciale potrebbe essere luogo di un grande distretto dell’agroalimentare che valorizza anche l’agricoltura calabrese».

Tornando a Sorgenia, Occhiuto ha detto che la società ha tutte le autorizzazioni già pronte, anche se da aggiornare. Su questo progetto chiederemo al governo di accelerare l’iter, perché Gioia Tauro si doti di questa importante opera nel settore energetico. Tra l’altro, anche il presidente Draghi ha rimarcato recentemente l’intenzione di voler investire sui rigassificatori nel nostro Paese».

Alstom: su Gioia Tauro opportunità sinergie idrogeno

Alstom Ferroviaria è una grande multinazionale e stiamo sviluppando treni a idrogeno in Italia. Siamo già presenti in Calabria dove stiamo lavorando per il trasporto regionale e potremmo sviluppare un concetto sinergico con il porto di Gioia Tauro per quanto riguarda l’idrogeno. Ci sono moltissime linee non elettrificate in Calabria, e noi possiamo sicuramente lavorare con la regione, che potrebbe offrire moltissime opportunità da questo punto di vista. Io credo che la produzione di idrogeno in Calabria potrebbe essere una idea molto interessante partendo sia dall’eolico sia dal solare”. Lo ha dichiarato Michele Viale, presidente e amministratore delegato di Alstom Ferroviaria.

«Unendo l’interesse che si può avere dal trasporto di passeggeri lungo le tratte regionali non elettrificate, si potrebbe immaginare di avere un utilizzo sinergico di questo tipo di vettore energetico – ha detto Viale -. L’idea di partire da un concetto di trasporto regionale per linee non elettrificate con treni a idrogeno e legandolo come produzione, secondo noi potrebbe essere una interessante evoluzione da considerare nei prossimi mesi e anni, proprio per creare una sinergia molto importante per quanto riguarda il discorso del trasporto ferroviario unito al porto di Gioia Tauro», ha continuato l’ad, evidenziando che «sappiamo che ci sono investimenti importantissimi lanciati dal Pnrr sul porto.

Un treno diesel su una linea regionale oggi percorre 100 mila chilometri l’anno, e passando all’idrogeno si risparmierebbero circa 700 tonnellate di Co2, pari a 400 auto, quindi già di per sé sarebbe investimento interessante. Se poi pensiamo a un utilizzo del vettore energetico all’interno di un porto per altri tipi di applicazioni, potrebbe essere veramente un’iniziativa da considerare come progettualità nei prossimi mesi e anni».

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