lunedì,Aprile 29 2024

Bonus edilizia, le proposte di Confartigianato per sbloccare i crediti

L'associazone continua a battersi per liberare le imprese dai crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, e per scongiurare il fallimento di migliaia di imprese

Bonus edilizia, le proposte di Confartigianato per sbloccare i crediti

Confartigianato considera indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa attraverso un intervento straordinario da parte dello Stato che metta in campo un compratore di ultima istanza con il coinvolgimento immediato, ad esempio, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A. Una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato.

Inoltre, per rimettere in moto il mercato della cessione del credito e far ripartire i cantieri, Confartigianato ritiene necessarie le seguenti azioni: Ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali; consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Infatti, molte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti. Se non dispongono di capienza fiscale, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata;

Riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022. Sono molte le imprese che, per motivi diversi (inerzia di un soggetto terzo incaricato, rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile. Peraltro, è stata rappresentata l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura, o di introdurre un termine più ampio. In alternativa, potrebbe essere introdotta la possibilità di una “remissione in bonis”; semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione, in modo da garantire tempi ragionevoli e sufficiente certezza tra gli operatori-imprese che confidano nella monetizzazione del credito.

Rendere interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare ed unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione. Creare una commissione di sorveglianza  parlamentare che vigili l’attività delle banche che operano in maniera arbitraria ,  modificando arbitrariamente e in corso d’opera le condizioni stabilite a danno delle imprese , approfittando dello stato di debolezza delle aziende soffocate dai crediti che non riescono a riscuotere . In Calabria la situazione , chiaramente è più drammatica rispetto al resto del paese. Il comparto edile rischia di essere inghiottito da un vortice di scadenze improrogabili che dovrebbero essere onorati  per sopravvivere . Contributi previdenziali e fiscali , salari ai dipendenti , fornitori etc.  Un paradosso che porterà al fallimento non per un eccesso di debiti ma per i molti crediti che non si riescono a riscuotere.

Il rischio è quello di avere un tessuto  sano preda dell’usura, perché mentre il mercato legale del credito è fermo in attesa di tempi migliori, il mercato parallelo illegale à dinamico, flessibile, liquido e nel brevissimo periodo anche accogliente e tranquillizzante per mettere fuori i micidiali artigli  nel periodo successivo. La politica e le istituzioni non possono consentire questo e dvono muoversi in fretta

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