Masterplan di Reggio, gli studi di Salvador Rueda per una città ecosistemica

Ridisegnare lo spazio urbano di Reggio attraverso lo sviluppo di nuove idee e soluzioni architettoniche, urbanistiche e di impianto sociale frutto di condivisione e partecipazione con la cittadinanza.

Oggi pomeriggio il salone dei Lampadari di palazzo San Giorgio ha ospitato i lavori di apertura del “Masterplan di Reggio”, una nuova visione metropolitana concordata e coordinata sotto il faro della città ecosistemica. Ad introdurre i sindaci facenti funzioni Paolo Brunetti e Carmelo Versace, l’assessore Giuggi Palmenta, il consigliere delegato Massimo Merenda, il consigliere Giuseppe Giordano.

I lavori, che domani proseguiranno alla Mediterranea, sono iniziati con una sessione sui “Principi guida per l’urbanistica ecosistemica” rivolta agli amministratori, dirigenti e funzionari dell’ente tenuta a cura di Paolo Malara, coordinatore del gruppo del Masterplan di Reggio Calabria, Salvador Rueda, fondatore dell’Agenzia di Ecologia Urbana di Barcellona e Saverio Mecca, Coordinatore dell’Osservatorio sulle politiche urbane territoriali del Cnel.

Reggio “città che accoglie”

Ma quale sarà l’impatto su Reggio di questi studi, iniziati qualche mese fa? A dare delle risposte è l’assessore ai Trasporti Domenico Battaglia che chiarisce: «Abbiamo sfruttato un finanziamento di un milione di euro dei Patti per il Sud e abbiamo messo su una squadra di lavoro per creare la Reggio del futuro 2030/2050. Il masterplan si fa mettendo sul tappeto tutto ciò che c’è in città, in sinergia con gli altri enti. Ad esempio sabato sarà presentato il masterplan del porto, in itinere quello dell’aeroporto, sono tutte cose che interessano la città e con cui Reggio deve colloquiare perchè non ci siano sovrapposizioni per crescere insieme. Vogliamo la Reggio ecosistemica, green ed ecosostenibile, smart. Una città dove si possa anche tornare. Dobbiamo costruire una Reggio che possa accogliere non disperdere più nessuno».

La città ecosistemica

«Serve attaccare le sfide che abbiamo in tutto il mondo nella città – afferma Rueda – perchè il cambiamento climatico, la segregazione sociale, l’effetto serra portano grande incertezza. Serve una formula che consenta in parte di risolvere questa sfida altrimenti non è possibile proiettarsi al futuro. La città ecosistemica mette al centro della pianificazione le persone e le leggi della natura. Tutto ciò si è perso nel tempo e perciò stiamo con questo scenario caldo. La pianificazione e lo sviluppo delle città è stato fatto contro la natura che ora chiede il conto. In definitiva serve tornare a questo senso comune di vivere con la natura e per questo l’umanismo ecosistemico lavora ai principi che possono portare al cambiamento radicale».

Il lavoro del gruppo del Masterplan

L’architetto Malara racconta le attività poste in essere e gli obiettivi. «È un lavoro iniziato da qualche mese che oggi vede l’ingresso dell’attività partecipata, di coinvolgimento e trasferimento delle conoscenze. Le ipotesi su cui stiamo lavorando sono di mettere insieme tutti i temi che riguardano la trasformazione della città rispetto ai cambiamenti climatici, alle innovazioni digitali e alla trasformazione legata ai temi dell’energia. Stiamo ragionando su come mettere a sistema le risorse: per una città che abbia un rapporto col Mediterraneo e con lo Stretto, sia con un sistema ecologico importante che si sovrappone a un sistema urbano che va riprogettato. Serve pensare a come riunificare la città, anche col sistema di trasporto, per farlo diventare un sistema importante di intermodalità sia con l’area dello Stretto sia con i porti».

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