Reggio, il sogno del maestro gelatiere Pennestrì e la rinascita di villa Zerbi

Dopo oltre un decennio di oblio, la maestosa villa Genoese Zerbi di Reggio Calabria, bene dichiarato di interesse culturale e attualmente di proprietà privata, si prepara a tornare a vivere.

A un video social, Vincenzo Pennestrì, maestro gelatiere e pasticcere e presidente dell’associazione Gelatieri Italiani e Ambasciatore del gusto e del gelato nel mondo, ha affidato l’annuncio del rilancio dello storico edificio. Già con la sua Cremeria Sottozero, sita proprio nei pressi della Villa, presente nella Guida alle Migliori Gelaterie Italiane del Gambero Rosso e nelle più prestigiose riviste del settore, il maestro reggino Pennestrì ha arrecato lustro alla nostra città. Adesso questa nuova e appassionante sfida.

L’annuncio sui social

«Un sogno e un’opportunità per la città» che certamente non merita che questo gioiello storico e architettonico resti ancora chiuso ed esposto al degrado.

«Riaprire Villa Zerbi è per me un motivo di grande orgoglio. Mi sta dando tanta adrenalina. Ho acquisito la fiducia di tutti sia da parte della mia famiglia e sia delle persone che mi stanno vicino. Stiamo provando a fare una cosa bella sia per la nostra attività e sia per Reggio Calabria», così il maestro Vincenzo Pennestrì nel video girato proprio all’interno della villa chiusa al pubblico da oltre un decennio.

La storia

Luogo del cuore Fai e polo culturale e artistico, anche sede espositiva della Biennale di Venezia nel Mezzogiorno d’Italia tra il 2004 e il 2005, la storica dimora della nobile antica famiglia del patriziato reggino Zerbi, che alla fine del XIX secolo aggiunse al proprio anche il cognome Zerbi, è sita sul centrale corso Giacomo Matteotti (già corso Vittorio Emanuele III e noto come via Marina Alta) di Reggio Calabria. Essa si erge laddove prima del 1860, vi era l’antica villa in stile barocco della famiglia dei Marchesi Genoese.

Affacciata sul mare dal quale si ammira incorniciata tra gli alberi secolari della via Marina, essa è stata centro dei lavori di rifacimento della facciata. È tornata, così, a mostrarsi in tutto il suo splendore, almeno nel suo aspetto esteriore. Ma le concrete prospettive annunciate dal maestro Vincenzo Pennestrì lasciano intravedere un recupero di tutto l’edificio nel suo complesso.

Distrutta dal terremoto del 1908, essa fu riedificata dagli ingegneri Zerbi, Pertini e Marzats che diedero all’edificio una nuova identità architettonica. La villa si compone di un corpo centrale di forma trapezoidale a due piani affacciati sullo Stretto. Il lato opposto versa su via Zaleuco con un giardino ai cui lati sono state edificare le dépendance in corrispondenza della altre due vie che delineano l’area, perpendicolarmente alla via Marina, ossia via Giulia e via Camagna.

Il pregio architettonico

L’intonaco ai mattoni a vista, ampie logge, archi a sesto acuto di stile tipicamente gotico, elementi a torre e colonnine adoperate per le balaustre, il tutto avvolto in un gioco di contrasti cromatici con luci e ombre. La merlatura tipica dei castelli e delle fortezze di età medievale, impreziosisce il parapetto e ricama il cielo verso il quale la villa si proietta. Un edificio impreziosito, dunque, da forme e stilemi del medioevo veneziano con accenni a quello rinascimentale e ottocentesco. Ecco come villa Zerbi incanta lo sguardo. Uno sguardo che presto potrà tornare a spingersi anche dentro questo scrigno di bellezza, che troppo a lungo ha visto il pubblico restare lontano.

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