Saldi a Reggio, Confcommercio: «Data unica o liberalizzazione» – VIDEO

Saldi che a Reggio Calabria non sono saldi. Basti pensare che, ai primi di dicembre, le temperature della città dello Stretto hanno superato i 20 gradi. Nessuno ha voglia di comprare e, soprattutto, nemmeno il tempo di farsi venire il desiderio di comprare che già dal 5 gennaio la merce andrà in saldo. Molto poco il tempo a disposizione dei commercianti per cercare di guadagnare qualcosa.

Il calendario dei saldi invernali ed estivi

Una tradizione che si conferma. Due giorni fa, su indicazione dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Rosario Varì, è stato approvato il calendario delle vendite di fine stagione invernali ed estive per l’anno 2024, concordate con le altre Regioni italiane. Nello specifico, le vendite di fine stagione invernale comprendono il periodo che va dal 5 gennaio al 5 marzo 2024; quelle delle stagione estiva dal 6 luglio al 4 settembre 2024.

La richiesta: data unica nazionale

Niente di fatto rispetto alle richieste di Confcommercio. Come chiarisce il direttore Fabio Giubilo: «La nostra posizione e la nostra richiesta, come anche quelle di Confcommercio Crotone, Catanzaro, Vibo e Cosenza, è per la data unica nazionale. Una data che però medi tra le esigenze di un territorio che varia dalla Lombardia alla Calabria. In questo caso la data a fine gennaio sarebbe stata accettabile. E noi continueremo su questa linea che però, in questa circostanza, abbiamo visto che è stata perdente nonostante le richieste provenienti a Grosseto e poi dalla Puglia, Sardegna, tanti territori su questa linea. Il problema sono i numeri in conferenza Stato Regioni perchè da li deve partire l’input se si vuole mantenere la data unica. Fare lo spostamento dei saldi solo in Calabria sarebbe una follia».

C’è però una linea alternativa. «Chiedere anche sui livelli nazionali – afferma Giubilo – per una modifica del meccanismo dei saldi, una totale liberalizzazione che consenta ai commercianti di regolarsi in modo autonomo in ogni momento dell’anno. Le regole attuali sono poco coerenti con le esigenze del nostro territorio».

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