La protesta degli agricoltori arriva nella Locride: «Non riusciamo più a sostenere le spese»

di Tonino Raco

«Non riusciamo a sostenere tante spese. Produrre un prodotto ci costa tanto e quindi viene favorita di molto la produzione estera. Noi chiediamo che sia valorizzato il nostro prodotto, il made in Italy, piuttosto che favorire prodotti che arrivano da fuori e sono pieni di pesticidi» 

Si pronuncia così Domenico Comito, referente degli agricoltori per la Locride, nel corso del sit-in pacifico sul tratto della S.S. 106 che divide i comuni di Bovalino e Ardore Marina e che ha voluto ribadire il dissenso di agricoltori e allevatori circa le politiche comunitarie.

Non bastano le rassicurazioni del governo Meloni e l’accordo sul taglio dell’Irpef per gli agricoltori a sedare gli animi di questi ultimi. Al centro delle rivendicazioni la revisione del patto verde europeo, il contrasto alla concorrenza sleale e alla diffusione dei “cibi sintetici” e anche l’utilizzo dei fondi del piano di sviluppo rurale (PSR)

«Quello del PSR è un problema nazionale – commenta Antonio Zangari (alias Gigante Buono) produttore agricolo di Polistena e volto noto della protesta degli agricoltori italiani – Se la Comunità Europea ha stanziato i soldi, ha liquidato, perché la politica nazionale non liquida gli agricoltori? Io personalmente ho un PSR dal 2014 in liquidazione e ancora oggi non ho preso i soldi. Questo è vergognoso». 

La manifestazione ha visto inoltre la partecipazione di diversi sindaci della fascia jonico-reggina, che hanno voluto mandare un segnale di vicinanza e supporto al settore. «Gli agricoltori – spiega Vincenzo Maesano, sindaco di Bovalino e presidente dell’assemblea dei sindaci della Locride – rivendicano degli interessi e soprattutto delle questioni che non possono lasciare insensibili né le istituzioni e né certamente i cittadini. Non sono soltanto delle questioni economiche ma anche e soprattutto delle questioni che si riverberano nella catena alimentare, causando quindi problemi di salute pubblica».

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