sabato,Aprile 27 2024

Bergamotto Igp, Previtera: «La revoca del parere della Regione ostacola l’iter avviato tre anni fa e quasi concluso»

I 300 operatori a sostegno del percorso evidenzieranno nelle sedi opportune le numerose zone d’ombra di questo procedimento e i conflitti di interesse esistenti, tutelando i propri diritti

Bergamotto Igp, Previtera: «La revoca del parere della Regione ostacola l’iter avviato tre anni fa e quasi concluso»

«La Regione si contraddice e boicotta l’iter quasi concluso dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria a circa tre anni dal suo stesso parere favorevole e a tre mesi dall’approvazione ministeriale. Quando la politica non fa il bene del territorio diventa mala politica». È quanto afferma l’agronomo Rosario Previtera in rappresentanza del Comitato promotore per l’Igp del Bergamotto di Reggio Calabria che annovera più di 300 tra agricoltori, cooperative e trasformatori per più di 530 ettari di bergamotteti: in pratica più del 50% dei bergamotticoltori reggini censiti dal settore agricoltura della Città Metropolitana e più di un terzo dei bergamotteti censiti dall’Istat nel 2022 pari a 1.500 ettari.

«Eravamo a un passo dalla conclusione dell’iter e attendevamo la dovuta convocazione della Riunione di Pubblico Accertamento da parte del Ministero dell’Agricoltura dopo l’approvazione del Disciplinare di produzione del 12 dicembre scorso. Il nostro Comitato che deve organizzare la manifestazione di pubblica audizione per come previsto dallo specifico Decreto Ministeriale era già pronto ad adempiere alle incombenze previste insieme ai suoi associati. Ma il 28 febbraio presso la presidenza della Regione Calabria si svolgeva un’altra riunione-farsa, come quelle già svolte nel 2022 e nel 2023,  in cui eravamo presenti insieme alle quattro associazioni di categoria, alla Camera di Commercio di Reggio Calabria e al Consorzio dell’essenza del Bergamotto Dop.

La riunione tenuta dal presidente Occhiuto, dall’assessore Gallo e dal dirigente Giovinazzo è stata la replica delle varie riunioni precedenti nelle quali, a più riprese si è cercato chiaramente di fermare l’azione corale dei 300 bergamotticoltori dell’Igp a favore del progetto di estensione del disciplinare dell’essenza Dop al frutto, poi presentato ad agosto dal pluripresidente Ezio Pizzi in rappresentanza dei 20 soci di un consorzio che di fatto non ha mai operato sul territorio.

Con la differenza che questa volta la riunione si è conclusa con l’anticipazione da parte del Governatore di voler scrivere al Ministero per perorare la causa della Dop, ritenuta più “qualificante”, e comunicare che il gruppo della Dop possiede maggiore rappresentatività e con l’intenzione addirittura di ritirare il parere favorevole della Regione espresso il 29 giugno 2021per l’Igp, confermando invece il parere favorevole espresso il 4 settembre 2023 a favore della Dop il cui Consorzio di tutela esistente dal 2007 annovera una ventina di associati.

E così è stato fatto, purtroppo. Tutto ciò nonostante in quella sede abbiamo spiegato con supporto documentale che Dop e Igp hanno identico valore, che la rappresentatività reale è chiaramente dalla nostra parte in termini di numeri e di prodotto, e nonostante le organizzazioni Cia e Copagri si siano chiaramente espresse a favore dell’Igp in quanto obiettivo ormai raggiunto e da considerare un successo del territorio, a differenza di Coldiretti e Confagricoltura che hanno sostenuto il percorso della Dop che prevedrà tempi lunghissimi. Un percorso quest’ultimo di fatto è già stato sospeso ufficialmente dal Ministero e la cui istruttoria non è mai stata attivata proprio perché iniziata dopo due anni e mezzo dalla giusta conclusione  e approvazione dell’iter dell’Igp. Dunque una chiara ed evidente macchinazione amministrativa intrapresa chiaramente proprio per bloccare e procrastinare all’infinito l’ottenimento dell’Igp.

Ci chiediamo come sia possibile che, a condizioni immutate, il Dipartimento agricoltura ritiri il parere favorevole espresso per l’Igp dopo quasi tre anni e come il Dipartimento stesso e l’assessore Gallo si contraddicano visibilmente dopo aver scritto ufficialmente ad alcune associazioni di categoria poche settimane addietro in merito alla riunione di pubblico accertamento e aver pubblicato, anche su queste pagine, uno specifico comunicato nel quale veniva dichiarato in merito all’Igp che “il nostro sostegno non è in discussione e che se si è arrivati sin qui si deve anche al lavoro svolto dalla Regione” e come scriveva l’assessore Gallo “confermo l’impegno perché l’iter in essere prosegua secondo i tempi e le modalità previste per l’interesse esclusivo della Calabria”.

Rimaniamo grandemente amareggiati nel constatare che in realtà è avvenuto proprio tutto il contrario, e constatiamo che eventuali problemi politici interni che non ci riguardano e la volontà di alcuni di favorire pochi soggetti a danno della stragrande maggioranza degli agricoltori, costituisce un qualcosa che ci porta seriamente a riflettere su modelli di governance che credevamo estinti e che invece risultano ancora in auge. Naturalmente i 300 operatori dell’Igp e le sigle sindacali che sostengono l’iniziativa, consci di un comparto già in crisi riversano sull’approvazione della Indicazione Geografica Protetta “Bergamotto di Reggio Calabria” grande speranza per il rilancio concreto del settore primario e lo sviluppo del territorio. Ecco perché tutti insieme evidenzieranno le numerose zone d’ombra e i conflitti di interesse esistenti e tuteleranno i propri diritti, a garanzia della la trasparenza e della legalità in tutte le sedi opportune». Così conclude Rosario Previtera in rappresentanza del comitato promotore dell’Igp per il Bergamotto di Reggio Calabria.

Le dichiarazioni delle associazioni di categoria

Copagri, Cia, Nuova Unci Calabria, Liberi agricoltori, Conflavoro ed altre associazioni e comitati spontanei di bergamotticoltori e trasformatori si sono già adoperati per richiedere chiarimenti alle istituzioni e per attivare opportune e significative forme di protesta.

Per il presidente di Cia Reggio Calabria, Salvatore Borruto «È fondamentale utilizzare al meglio e subito l’obiettivo raggiunto dell’Igp e non perdere altro tempo prezioso, vista l’approvazione il 28 febbraio a Bruxelles del nuovo regolamento comunitario sui prodotti a marchio di qualità con il quale il percorso Igp “Bergamotto di Reggio Calabria” è perfettamente in linea».

Il presidente di Copagri Calabria Francesco Macrì dichiara «piena condivisione del percorso di riconoscimento dell’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria” e risulta importantissimo convocare nel breve periodo la Riunione di pubblico accertamento per l’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria” a più di tre mesi dall’approvazione ministeriale del Disciplinare».

Il presidente di “Liberi Agricoltori Calabria-Ampa” Giuseppe Mangone afferma che «nel nostro incontro ufficiale con l’assessore regionale Gianluca Gallo e il Dg Giacomo Giovinazzo al Dipartimento agricoltura in data 29 gennaio ci era stato garantito il nulla osta alla pubblica audizione per l’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria”. Non è concepibile prolungare ulteriormente i già lunghi tempi di attesa degli agricoltori all’ottenimento di una Igp per cui tutti quanti dovrebbero esultare».

Secondo Lidia Chiriatti presidente di Nuova Unci Calabria «l’Indicazione Geografica Protetta per il Bergamotto di Reggio Calabria ormai a un passo dal riconoscimento finale, sè una vera e propria leva di marketing che contribuirà notevolmente alla crescita della filiera e a sottrarre gli agricoltori dalla scure dei prezzi imposti dall’industria dell’olio essenziale da decenni. Bloccare l’iter significherà danneggiare l’intero territori».

Il presidente nazionale di Conflavoro Pmi Roberto Capobianco sostiene che «occorre concludere l’iter dell’Igp al più presto ed eventuali situazioni di blocco o di stallo dovute alla presentazione di altre richieste di riconoscimento da parte di gruppi o organizzazioni non certo rappresentative, ma con altri interessi, apportano un ulteriore serio danno economico al comparto ovvero agli agricoltori e agli operatori dell’intera filiera del Bergamotto di Reggio Calabria, già piegati dalla crisi climatica ed economica in atto».

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