Sant’Alessio in Aspromonte, Gruppo Consiliare “Il Tiglio”: «Un borgo abbandonato»

Il Comune di Sant’Alessio in Aspromonte fuori dalla rete dei Comuni della Vallata del Gallico. Una situazione che denuncia il Gruppo Consiliare “Il Tiglio” dei Consiglieri Comunali: Antonino Calarco, Giuseppe Romeo e Fabio Marra. La riflessione viene fuori per la mancata unità nella presentazione tra i comuni della Vallata del Gallico all’avviso pubblico “Borghi in festival”, promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e che ha riscontrato grande partecipazione dei comuni del Sud Italia, in forma singola o associata: totalizzando 246 domande su 643, equivalente al 38%, sono arrivate dalle varie realtà del Mezzogiorno. Subito dopo si posizionano gli enti locali del Nord con il 28% delle domande e a seguire il Centro con il 24% e le Isole con il 10%.

«Se da un lato si costituisce una rete con capofila il Comune di Santo Stefano in Aspromonte – evidenziano i consiglieri – che si porta dietro oltre al Comune che diede i natali al noto cantautore Mino Reitano, sia Italia Nostra nazionale che la Fondazione Banco di Napoli, dall’altro versante troviamo come capofila il Comune di San Roberto in rete con i Comuni di Calanna e Laganadi oltre a diverse realtà associative. Indubbiamente ad entrambe le combinazioni va il nostro sincero plauso.

Alla luce di ciò non possiamo non chiederci, in qualità di consiglieri comunali, che fine abbia fatto il Comune di Sant’Alessio, non pervenuto agli onori della cronaca locale. Purtroppo nel paese di Sant’Alessio vige una situazione politica e amministrativa piatta e deludente, coniugata a uno stato di abbandono culturale; pertanto non siamo particolarmente sorpresi della totale assenza dalle rispettive reti dei comuni della Vallata del Gallico. In tale contesto ci sembra opportuno mettere in evidenza che come gruppo di minoranza abbiamo avanzato anche proposte di sviluppo culturale, mai prese in considerazione dagli attuali amministratori. Un paese rassegnato, ahinoi, povero di idee e senza una programmazione dinamica che guardi con attenzione al benessere dei nostri figli.

Non sappiamo se gli amministratori di Sant’Alessio abbiano scelto di partecipare al “festival” come “solisti” disassociandosi dal “coro” territoriale oppure partecipare con altri raggruppamenti. Comunque nasce spontanea una considerazione: se un Comune come Sant’Alessio che in passato è stato il centro della diplomazia e della cultura su scala internazionale nell’ambito della manifestazione “Foyer Des Artistes” si ritrova “distaccato” dal contesto territoriale, un motivo ci sarà e non possiamo fare finta di niente. Grave sarebbe se gli amministratori non fossero stati nemmeno contattati dai diversi attori che hanno partecipato al concorso sui borghi; se così fosse dovrebbero farsi un serio esame di coscienza sulla loro credibilità politica e valutare, eventualmente, di cambiare rotta per risanare i rapporti istituzionali.

Da qui l’auspicio affinchè  «per il futuro si possano trovare sane sinergie e intese sia con i comuni vicini che con quelli dell’Area dello Stretto, in quanto lavorare in rete è sicuramente un valore aggiunto che ha come base comune il confronto costruttivo che rappresenta una ricchezza per rilanciare i piccoli centri locali che soffrono di uno spopolamento accentuato. Prendiamo atto dell’attuale quadro avulso che deve portarci a fare una riflessione politica interna, per comprendere meglio e quindi superare eventuali frizioni con gli altri Comuni che ci stanno portando all’isolamento.

Al di là di tutto, esprimiamo il nostro compiacimento ai due Comuni capofila Santo Stefano e San Roberto con le rispettive componenti aggregative, che hanno partecipato a un bando, sicuramente di non facile aggiudicazione considerate le esigue risorse, ma che già premia la loro lungimiranza protesa a collaborare insieme per rigenerare i piccoli centri dal punto di vista urbano, culturale ed economico-sociale».

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