venerdì,Aprile 26 2024

Perna ed il sogno di unire Reggio e Messina: idee ed ostacoli di un progetto che va oltre il Ponte

La proposta avrebbe dovuto essere presentata alla maggioranza in consiglio qualche giorno fa, ma che invece dovrà aspettare prima di essere illustrata

Perna ed il sogno di unire  Reggio e Messina: idee ed ostacoli di un progetto che va oltre il Ponte

Non ne fa mistero Tonino Perna, professore universitario, già amministratore a Messina e ora vicesindaco di Reggio Calabria: il suo sogno è la Regione dello Stretto. Un sogno che fa sorridere alcuni e che, in altri, suscita aspre critiche per il fatto che la progettualità sembra non interessarsi dei problemi reali della città e della sua provincia.

Ma in realtà non è così perché, come chiarito più volte, la fase prodromica alla creazione della Regione dello Stretto sarebbe l’unione delle due città metropolitane di Reggio e Messina, che di fantasioso ha ben poco se si considerata che dall’antichità le due sponde ebbero sempre salde alleanze. Lo stesso non si può sempre dire per Reggio ed il resto della Calabria.

E, non a caso, si tratterebbe delle due città metropolitane più vicine del mondo, che distano tra loro circa tre chilometri. L’idea piace all’altra sponda dello Stretto, trovando già il sostegno di alcuni assessori comunali. Il punto interrogativo è il sindaco Cateno De Luca, notoriamente imprevedibile.

Un altro condizionamento può essere rappresentato dall’idea del ponte sullo stretto. Una idea rilanciata (come ormai succede a singhiozzo) da Matteo Salvini che, qualche giorno fa ha chiarito: «Il Ponte sullo Stretto? Io ci credo, so che qualcuno non è d’accordo, main pochi credevano nella ricostruzione del ponte di Genova e invece è stato fatto. C’è un costo ipotizzato di 7 miliardi e 100mila posti di lavoro. Potrebbe chiamarsi ponte Draghi».

E in questo momento col ministero dello Sviluppo economico al leghista Giorgetti potrebbe assumere un’altra connotazione. E ad occuparsi del materiale ci sarebbero le acciaierie di Brescia, che a livello mondiale ora patiscono la concorrenza della Cina ma che, data la vicinanza, non avrebbero rivali ad aggiudicarsi l’opera. 

Sostiene la necessità di unire le due città a tutti i livelli il vicesindaco, non necessariamente passando dal ponte. Neanche sola la cabinovia, di cui vi avevamo raccontato, sarebbe risolutiva. Ma l’unione (e qui veniamo alle risposte alle critiche) passa dai mezzi di collegamento più veloci, ad esempio. «Il costo del Ponte avrebbe un costo minimo intorno ai 10 miliardi. Con questi soldi quante cose potrebbero essere realizzate nelle zone interne, nelle periferie? si potrebbero rifare interi tratti di ferrovia, elettrificare la zona ionica finalmente». Solo per fare qualche esempio.

Un progetto di unione che non è in contrasto col resto «Si tratterebbe di una unione amministrativa – afferma Perna – non solo fisica, ma intercomunale, tra due comuni che si uniscono».

Una idea che avrebbe dovuto essere presentata alla maggioranza in consiglio qualche giorno fa, ma che invece dovrà aspettare ancora qualche giorno prima di essere illustrata.

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