Recovery fund, Falcomatà: «I fondi vadano nei territori poveri del Sud»

Il Consiglio metropolitano di Reggio Calabria fa quadrato sulle risorse del Recovery fund, vitali per il Sud del Paesi. Così come a Roma, i rappresentanti del Parlamento e tanti sindaci sono andati a reclamare per l’importanza fondamentale che hanno i fondi del Piano nazionale, a Reggio, conclusa la riunione del civico consesso metropolitano, oggi pomeriggio, il sindaco, Giuseppe Falcomatà, ha consegnato un documento al prefetto Massimo Mariani, nella funzione di rappresentante del governo.

«Chiediamo solo che il Governo, nello stanziare i fondi, applichi criteri e linee guida stabilite dall’Unione europea, fondi che devono andare nelle regioni, nei territori più poveri per colmare il gap, il ritardo nello s viluppo economico che ha il Sud del paese e consentire alle città metropolitane del Sud di essere competitive livelli internazionali».

La quota iniziale era del 37%, oggi salita 40% . «È importante anche quello che Draghi ha detto – riprende Falcomatà – cioè che il Sud è strategico per lo sviluppo del Paese, un Sud che sia motore di sviluppo, non più una palla al piede. E tutto questo si deve tradurre in uno sforzo in più in termini finanziari. Non può bastare il promesso  completamento dell’Alta velocità nel tratto Salerno Reggio Calabria».

Il sindaco torna poi sulla «notizia straordinaria del Museo del Mare, è finanziato dal Governo con risorse nazionali, uno dei 14 progetti ritenuti strategici per lo sviluppo del Sud, consente alla nostra città di aprirsi al esto del mondo».

Ed ha poi proseguito «I sindaci sono in presidio per testimoniare un’importanza di rivedere le percentuali. Non è un regalo, chiedere le risorse in più significa attuare le linee guida posto in atto dall’Unione europea».

Uscire criterio della spesa storica

Ma non finisce qui. Secondo il promo cittadino metropolitano, il secondo elemento fondamentale è «La partita parallela al Recovery Fund – cioè – uscire dal criterio della spesa storica che ha mortificato le occasioni del Sud del Paese e definire livelli essenziali delle prestazioni per far cessare una discriminazione di residenza, di nascita. Perché le risorse fino ad ora non corrispondono alle reali necessità del territorio».

E, in ultimo, «Il prefetto, come di consueto, ci ha accolto e ha ricevuto il documento, nella qualità di rappresentante del Governo. Stiamo continuando che le interlocuzione con i rappresentanti dell’Esecutivo, nella piena consapevolezza che è la partita della vita per il mezzogiorno».

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