venerdì,Aprile 26 2024

Morire da invisibile, Nesci: «La storia di Silviù deve interrogare l’amministrazione comunale»

Per il commissario di Fratelli d'Italia serve un «impegno è indispensabile superando ogni posizionamento di parte»

Morire da invisibile, Nesci: «La storia di Silviù deve interrogare l’amministrazione comunale»

«La notizia della sua morte, raccontata dalla giornalista Gabriella Lax deve interrogare la comunità e soprattutto l’amministrazione comunale che, del sostegno agli ultimi dovrebbe farne una missione civica. La storia di Silvù – un clochard trovato morto nella struttura reggina ‘Il girasole’ – travolge gli animi di chi si pone una domanda. Una semplice domanda. Si può morire da invisibili agli occhi di tanti? In un contesto ammnistrativo in cui difficilmente vengono garantiti i servizi essenziali, quantomeno il tema dei diritti, anche quello di morire con dignità, dovrebbe essere in cima all’agenda dell’azione di governo della città».

Lo ha dichiarato il commissario provinciale e cittadino FDI Denis Nesci evidenziando come «purtroppo, storie come quella di Silvù, ce ne sono tante. Come in questo caso, l’impegno della Caritas, o di altre realtà sociali, che si preoccupano per la vita degli indigenti e dei ‘senza fissa dimora’, sembrano non bastare. 

L’accoglienza, e soprattutto un sistema di servizi sociali integrato ad un welfare capace di intercettare le emergenze esistenziali dovrebbe essere l’avamposto di un’amministrazione adeguata a fronteggiare le criticità di una frammentazione sociale. Il Comune, con il mondo del Terzo settore e con le forze politiche, il cui impegno è indispensabile superando ogni posizionamento di parte, dovrebbe attivarsi con maggiore efficacia nel sostegno e il supporto ad ogni forma di marginalità che spinge uomini e donne su un ciglio di una strada.

Come partito, senza strumentalizzazioni e con convinzione, siamo pronti a fare la nostra parte, perché anche noi siamo assolutamente chiamati ad una responsabilità civile e morale, affinché storie come quella del povero Silviù non si verifichino mai più».

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